rassegna stampa

Roma, Schick cerca la sua rivincita

LaPresse

L’attaccante parte titolare: ex della Sampdoria, insegue una prova convincente e il primo gol stagionale

Redazione

Se associate in rete Milan Kundera con "Premio Nobel" e Patrik Schick con "Pallone d’Oro" il primo risultato annega l’altro. Comprensibile. Tra lo scrittore di Brno e l’attaccante di Praga, al momento, passa tutta la differenza che c’è tra le potenzialità realizzate e quelle da materializzare. Di sicuro, però - scrive Massimo Cecchini su "La Gazzetta dello Sport" -, è la Roma oggi a bussare alle porte del 22enne attaccante ceco, che probabilmente porta ancora sulle spalle il fardello dei 42 milioni del costo complessivo del suo cartellino. Di sicuro quello che sta vivendo è un rito di passaggio che Kundera spiegherebbe con parole migliori delle nostre. "L’uomo attraversa il presente con gli occhi bendati. Può al massimo immaginare e tentare di indovinare ciò che sta vivendo. Solo più tardi gli viene tolto il fazzoletto dagli occhi e lui, gettato uno sguardo al passato, si accorge di che cosa ha realmente vissuto e ne capisce il senso".

Stavolta Patrik sa che non può sbagliare, facendo rimpiangere lo Dzeko appannato degli ultimi tempi in campionato. "Potrebbero anche giocare insieme – prova a confondere un po’ le acque Di Francesco – sicuramente partirà dall’inizio Schick. Poi vedrò se schierarlo con Edin, ma chi dei due giocherà di certo è Patrik".

Gli occhi di tutti oggi saranno puntati su Schick, che in 34 presenze in maglia giallorossa ha segnato solo 3 gol (zero in questa stagione). Visto però che il valore dell’attaccante non viene messo in discussione né dai compagni, né dal d.s. Monchi, logico che da tempo sta prendendo quota l’idea di darlo in prestito a gennaio per fargli trovare quei minuti che la Roma non riesce a dargli per via dell’ingombrante presenza di Dzeko.

Al momento, visto che il rendimento in casa non è all’altezza delle aspettative (2 vinte, 2 pareggiate e una persa), la Roma ha bisogno di Schick per diventare chic e viceversa, altrimenti "love me or leave me", amami o lasciami, come cantò per la prima volta Ruth Etting nel 1928. Sono passati esattamente 90 anni e i rifacimenti d’autore non sono ancora terminati.