rassegna stampa

Roma e Lazio, quanto orgoglio

Come 19 anni fa, i due club della Capitale ai quarti dei due tornei Uefa: "Finalmente una bella immagine"

Redazione

Un avversario difficile, ma non impossibile. Un altro, invece, quasi ai limiti della fantascienza. La voglia d’Europa, a Roma, è tanta. Le due squadre della Capitale, per la prima volta dal 1999, sono entrambe tra le migliori 8 del continente, ricordano Zucchelli e Bergonzini su "La Gazzetta dello Sport". Allora era Coppa Uefa per la Roma e Coppa delle Coppe per la Lazio, oggi sono Champions per i giallorossi e Europa League per i biancocelesti, e l’obiettivo è lo stesso: andare avanti. Con consapevolezza per quanto riguarda la Lazio, che se la giocherà almeno alla pari con il Salisburgo, con spensieratezza per la Roma, che sa di aver fatto il massimo e di avere davanti una montagna di nome Barcellona da scalare. La speranza, per la città romanista, è che non finisca come 19 anni fa, quando a festeggiare fu solo la Lazio.

Senza dubbio l’impresa più ardua è della Roma. Eliminare i fenomeni del Barcellona sarebbe un miracolo o poco meno, ma stando a quanto dice Vincent Candela, uno che nel doppio fatale confronto con l’Atletico Madrid del 1999 era protagonista, "la squadra potrà scendere in campo con la spensieratezza di chi non ha nulla da perdere". Con lui in quella stagione c’era Di Francesco, l’arbitro Van Der Ende "ce lo ricordiamo tutti", i tifosi ancora oggi vivono quella notte (il ritorno all’Olimpico, dopo l’1­0 subito al Calderon) come un incubo: "Lì avevamo tanto da perdere – ricorda Candela –, adesso è diverso. Con squadre di questo livello la Roma se la può giocare con la testa libera". Testa libera sì, ma alla fine "penso che ci sia solo l’1% di possibilità di passare", ammette Fabio Petruzzi, anche lui protagonista di quella Roma del 1999. "Però – aggiunge –, nel calcio a volte succedono cose impreviste e credo che andare con due squadre in Europa a giocarsi una semifinale dia un’immagine importante per la città".