rassegna stampa

Noi che il derby è… un antipasto del Mondiale

Da Alisson a Luis Alberto: una sfida no limits. La Russia è un obiettivo che passa (anche) dall'Olimpico

Redazione

Da cinque giorni almeno l’Italia s’è fermata a pensare a come gli azzurri potranno reagire a breve termine alla botta di lunedì scorso. E allora proviamo a girare il discorso, scrive Davide Stoppini su "La Gazzetta dello Sport". Proviamo a leggere il derby con gli occhi, la testa e la forza di chi lo Mondiale può e vuole giocarlo.

Undici facce. C’è chi è già certo di scappare via dall’Italia quest'estate. Prendi Alisson: il posto nella Seleçao non glielo toglie nessuno. È il suo primo derby di campionato, lui che ha vissuto i due (sfortunati) di Coppa Italia della scorsa stagione: è uno dei punti di forza di Di Francesco. America – lì dove va citato pure Moreno – chiama Europa. Poi c'è la Serbia: Kolarov non si discute, sarà il suo derby per mille e uno motivi, sarà il suo Mondiale per altri mille e uno. Ma sarà anche il Mondiale di Milinkovic.

Il derby è anche di quelli che devono ancora spingere, in un modo o nell’altro. Che Nani sia ragionevolmente dentro il Portogallo è chiaro, ma l’attaccante della Lazio deve comunque mostrare un minimo di continuità. Il discorso vale pure per Lukaku. Titolare invece sarà Fazio, altro ormai stabilmente nelle chiamate del c.t. Sampaoli. E in Polonia difficilmente mancherà Skorupski. E invece mettetevi nei panni di questi tre, punti fermi di Roma e Lazio, che la Russia la inseguono ma ad oggi pronosticarli dentro è complicato. È complicato per Nainggolan, persino ancor di più per Perotti. Il sogno lo culla pure Luis Alberto: il c.t. Lopetegui l’ha esaltato, ma è più facile che possa far parte del prossimo ciclo della Roja.