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rassegna stampa

Meno pressing, più testa. Di Francesco ha plasmato una Roma tutta nuova

Nel momento più critico, il tecnico s’è adattato senza compromessi. "Il mare calmo non ha mai reso il marinaio esperto", la sua filosofia

Redazione

Un mese e un giorno fa, quando la Roma aveva appena iniziato ad arrampicarsi oltre l’inverno battendo Verona e Benevento, Eusebio Di Francesco decise di fissare sul suo smartphone la seguente frase: "Il mare calmo non ha mai reso il marinaio esperto". C’è tutta la Roma in queste dieci parole, per un traguardo che vale un dieci in pagella. Di Francesco è lì dove quasi tutti gli allenatori giallorossi — ad eccezione di Nils Liedholm e Luciano Spalletti — avevano fallito.

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Di Francesco ha saggiamente trattenuto la sua voglia di filaredritto per la sua strada a prescindere. E ha cominciato a ragionare. Logica evoluzione, forse è giusto dire intelligente evoluzione di una squadra che non ha nelle gambe — per caratteristiche, per struttura fisica — lo stesso tipo di gioco che l’allenatore metteva in pratica con il Sassuolo. Il pressing alto a prescindere, marchio di fabbrica vincente della prima parte della stagione, ha lasciato spazio a una pressioneragionata, che alterna momenti di attesa ad altri in cui sono Nainggolan e Dzeko a chiamare i tempi dell’aggressione. Ergo: dispendio di energie più limitato, fase difensiva più protetta nonostante una squadra comunque «alta» e «corta» abbastanza per tenere lontani dalla porta di Alisson gli avversari.

Di Francesco ha plasmato una Roma 2.0, restituendo certezze al gruppo portante della squadra. Ha lanciato Under, rimotivato Nainggolan, coccolato Dzeko, protetto Strootman, ammirato Alisson. E ora si gode, da debuttante di Champions, il traguardo più alto dentro i limiti dell’immaginabile. Oltre c’è l’imponderabile. Oltre c’è la voglia di divertirsi ancora.