rassegna stampa

Marcao il Re dei padri ingombranti

Fidele, quello di N’Zonzi, è l'ultimo della serie. Il "pizzino" di Bojan il top degli intrecci con i papà dei calciatori. E poi Castan, Szczesny e Lamela...

Redazione

Il più famoso di tutti è lo Sceriffo, all’anagrafe Enzo, il papà di Totti, che si affacciava a Trigoria portando la pizza per tutti. Ma negli ultimi anni la Roma ha avuto a che fare con molti papà, alcuni ingombranti. L’ultimo della serie è Fidele, quello di N’Zonzi, con cui c’è stata una lunga contrattazione sulla commissione. Ma il francese non si offenderà, prima di lui c’è una lunga fila, come scrive Andrea Puglisese su La Gazzetta dello Sport.

Basta pensare a Marcão, il papà di Gerson, uno che nel 2015 si presentò così: "Mio figlio farà la storia della Roma". A ripensarci, viene da sorridere. Soprattutto per tutte le volte che si è messo di traverso. Quando Gerson doveva andare in prestito al Frosinone e lui, ritenendolo offensivo, lo riportò al Fluminense, facendogli perdere sei mesi di ambientamento. O quando era tutto fatto per la cessione al Lilla, tranne una cosa: una bella commissione, sembra, proprio per il papà. Del resto, i sudamericani sono legati visceralmente ai padri. Basti pensare anche a Marcelo, quello di Castan, che è spesso entrato nelle questioni del figlio. O a José, il papà di Erik Lamela, che ebbe un ruolo anche nell’offerta del Napoli all’argentino, offerta che poi aprì le porte alla cessione di Erik (ma al Tottenham).

A Trigoria, però, in molti si ricordano soprattutto di Bojan Krkic senior (esatto, si chiama come il figlio), che un giorno si presentò dall’allora d.s. Sabatini con un foglietto con tutti i minutaggi che, secondo lui, avrebbe dovuto giocare il figlio. E poi Maciej Szczesny, che litigò con il figlio fino a non parlarsi più per i suoi giudizi su Wenger, appena sbarcato a Trigoria.