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Mancini: “La Roma sarà la sorpresa. Zaniolo alla Pogba, Riccardi nuovo numero 10”

Il commissario tecnico: "Oggi Nicolò fa il trequartista, ma per forza fisica può giocare a tutto campo"

Redazione

Con la Nazionale sta dando segnali confortanti. La Roma potrebbe dargli una bella mano, coltivando i vari Cristante, Pellegrini e Zaniolo, oltre che ovviamente al più esperto Florenzi. Il commissario tecnico Mancini ha parlato in un'intervista a "La Gazzetta dello Sport". Ecco le sue parole.

Mancini, che campionato è stato finora? Di Cristiano Ronaldo e...

Sicuramente di Cristiano Ronaldo: ha migliorato la Juve, dopo qualche difficoltà, e non era semplice. E poi di Barella.

Cosa le piace di Barella?

Lo dicevo a Tardelli a Coverciano: “Ti assomiglia”. Ha qualità tecnica, tiro, non perde la palla, la prende di testa nonostante non sia alto, non molla mai, si inserisce, ma deve segnare qualche gol in più. Per essere un giovane con poche partite in A, ha una padronanza del ruolo molto importante. Un modello per quei giovani che hanno tutto tranne quel qualcosina in più da trovare dentro per il salto di qualità».

Lo vuole mezza Europa e così rischia di avere tutta la mediana titolare all’estero: Verratti-Jorginho-Barella. Bene o male?

Jorginho e Marco hanno qualità ed esperienza tali da giocare sempre nelle loro squadre. Barella è giovane, ha prospettive di miglioramento enormi: deve essere sicuro di andare a giocare. Se va in un grande club e gioca sempre - come credo succederebbe, perché ha tutto - può migliorare molto di più. Ma non deve andar via per giocare una volta sì e una no».

Se Barella è come Tardelli, chi le ricorda il "suo" Zaniolo?

Oggi fa il trequartista, ma per potenza atletica lo vedo anche a tutto campo, alla Pogba.

Cinquant’anni dal Pallone d’Oro di Rivera: dove sono finiti i numeri dieci?

Ne abbiamo avuti troppi, purtroppo, dal ‘70 in poi: uno ogni dieci anni, almeno. Ma la differenza è anche un’altra, rispetto a oggi: i Rivera, gli Antognoni, i Baggio, i Totti, i Del Piero a vent’anni avevano alle spalle già un sacco di partite in A. Ora giocatori così non ne abbiamo, speriamo che tornino fuori per il prossimo Mondiale: magari Riccardi della Roma, o Vido del Perugia, che però non ha ancora un ruolo ben definito.

Chi sorprenderà al ritorno?

La Roma. Ha giovani che stanno facendo esperienza. Si sta riprendendo. L’Atalanta può confermarsi: ha segnato più della Juve, anche se subisce di più. Ma se devo vincere una partita, preferisco 5-3 che 1-0. Due a zero va benissimo...

Come ha vissuto il dolore di Gianluca Vialli?

Gli sono sempre stato vicino, non abbiamo mai smesso di sentirci. Ma della malattia non abbiamo parlato. Io non ne avrei avuto la forza, lui non lo ha fatto e ho rispettato il suo silenzio. Ho saputo della malattia da un suo amico. Quando ci sentiamo io e Luca è per cazzeggiare... Ma non è mai mancato un solo giorno nelle mie preghiere. C’è una cosa che non gli ho mai detto: per me Luca è sempre stato un esempio, da quando ci conosciamo, per l’impegno e la serietà con cui faceva le cose; per le responsabilità che si prendeva. Per questo è stata ancora più difficile da accettare la malattia. Si era ammalato un fratello. Ma è una roccia e ancora una volta ha dimostrato la sua forza. Ci siamo visti a Londra da poco: sta bene, controlli perfetti. E’ il più forte. E possiamo continuare a cazzeggiare.

(L. Garlando - A. Elefante)