rassegna stampa

Kolarov contro il tabù Inter. E nel suo futuro…

LaPresse

In campionato mai battuti i nerazzurri. Vuole restare a Roma fino al 2021, poi tornerà a casa, forse da dirigente.Ma al club piace Biraghi

Redazione

Sabato a San Siro Kolarov tornerà regolarmente al suo posto. Una bella notizia per Claudio Ranieri, che contro l’Udinese lì ci ha dovuto adattare lo spagnolo Ivan Marcano che non è proprio la stessa cosa. Ed una bella notizia anche per lo stesso Kolarov, che con l’Inter ha un discorso aperto da tempo. Dire, infatti, che i nerazzurri siano la sua bestia nera forse non rende l’idea. Lo rende molto di più, invece, ricordare che in campionato il terzino serbo non ha mai sconfitto i nerazzurri, con un bilancio negativo di tre pareggi e sei sconfitte in nove confronti diretti. Un ruolino terribile, addolcito solo dalla vittoria nella Supercoppa italiana del 2009 (con la Lazio) e completato da un’altra sconfitta, stavolta in una semifinale di Coppa Italia. Insomma, in undici partite una sola vittoria e sette sconfitte, si legge su La Gazzetta dello Sport.

Aleksandar vuole chiudere al meglio la stagione e dimostrare alla Roma di poter ancora contare a lungo su di lui. A Trigoria, infatti, nel suo ruolo hanno intenzione di riportare indietro Luca Pellegrini (in prestito da gennaio al Cagliari), ma stanno valutando anche la pista che porta a Cristiano Biraghi, terzino sinistro della Fiorentina e della Nazionale di Roberto Mancini. Kolarov permettendo, però. Perché il serbo ha un contratto fino al 2020 ma gli piacerebbe allungarlo di una stagione, magari anche spalmando una parte dell’ingaggio. Poi, probabilmente, a 35 anni suonati ci sarà anche la possibilità (e la voglia) di tornare a casa sua, in quella Belgrado dove lo aspettano da tempo a braccia aperte. Già, perché poi l’idea di Kolarov è di chiudere la carriera proprio in Serbia, magari anche al Partizan Belgrado, il club per il quale si è già speso in prima persona nei mesi scorsi, quando da capitano della Nazionale ha fatto da mediatore tra la società serba e il suo agente, Sergio Berti, per una pendenza di circa 250mila euro che il club doveva a Berti ai tempi dell’affare Ljajic. E se il Partizan (attualmente terzo nella Super Liga serba, alle spalle della Stella Rossa e del Radnicki Nis) otterrà la licenza Uefa per partecipare alle prossime coppe europee, sarà anche grazie a quella mediazione di Kolarov, visto che Berti si era rivolto all’Uefa per ottenere quanto riteneva dovuto. Ecco perché in Serbia in tanti ritengono che abbia anche il profilo per fare il dirigente ad alti livelli, qualcuno pensa anche che sia l’uomo giusto per essere il futuro presidente della federazione calcistica. Chissà, magari sarà proprio quello il futuro di Kolarov. Un po’ come ha fatto un altro mito nazionale, Dejan Bodiroga, diventato negli anni vicepresidente della federazione serba di basket.