rassegna stampa

È l’ora di Perotti: basta malinconie, cerca la rivincita

LaPresse

A Ranieri piace Kluivert ma serve gente più esperta come Diego, spesso protagonista nei rush finali

Redazione

Da agosto Diego Perotti non è praticamente mai stato a disposizione della Roma con continuità, tra caviglie, flessori e polpacci che non gli hanno dato tregua. Appena 8 le partite in Serie A, più due apparizioni in Champions e intere giornate trascorse sul lettino del fisioterapista, o al massimo in palestra. Adesso che fisicamente sembra recuperato, vorrebbe dare il suo contributo, soprattutto perché sull'esterno sembra l'unico in grado di saltare l'uomo con regolarità. A Ranieri piace Kluivert, vorrebbe lavorarci, ma il tempo stringe e serve gente più pronta. Perotti lo è, visto che poi negli ultimi anni il suo nome è sempre stato legato alla Champions. Due anni fa il gol al Genoa che regalò alla Roma il secondo posto il giorno dell'addio di Totti, poi la rete contro il Qarabag che sancì il passaggio del turno da primi in classifica e il seguente sorteggio non impossibile contro lo Shaktar, tutte dimostrazioni del feeling che Perotti ha sempre avuto con l'Europa. Ecco perché può essere fondamentale. Come fondamentale per Ranieri sarà recuperare il prima possibile ElShaarawy. Sotto tutti i punti di vista fisico e morale. Anche lui in questo periodo avrebbe parecchio da dire vista la lite con Dzeko, ma per adesso la priorità è recuperare dal punto di vista fisico. Oggi dovrebbe sostenere gli esami per stabilire l'entità dell'infortunio al polpaccio, con la Roma che si augura di veder confermata la diagnosi iniziale che parla di edema senza lesione. Vederlo in campo con Napoli e Fiorentina sembra improbabile, più facile che recuperi per la sfida contro la Sampdoria.