rassegna stampa

Baby Roma, Euro boom: Zaniolo e i giovani per la Champions

LaPresse

Di Francesco aggancia il 4° posto trascinato da sei under 23 nell’undici. Ai granata non basta il cuore: rimontano il 2-0, poi decide El Shaarawy

Redazione

Una partita intensa, piena di emozioni e occasioni, decisa dai giovani: il crack del momento, Nicolò Zaniolo (’99), la apre e la interpreta da grande protagonista per un’ora; Stephan El Shaarawy, splendidamente liberato dall’assist di Lorenzo Pellegrini (’96), va a chiuderla dopo la rimonta del Toro realizzata con due tiri «sudamericani» da fuori area del venezuelano Rincon e dell’argentino Ansaldi. Insomma, se la squadra di Di Francesco (addormentatosi, più sereno, al quarto posto) ha messo pressione a Lazio e Milan per la corsa alla Champions, il centrocampo giallorosso, completato dal roccioso ed efficace Cristante (’95), ha messo pressione sul c.t. Roberto Mancini.

TRIANGOLO TRICOLORE - La Roma ha disputato probabilmente il miglior primo tempo della sua stagione, macinando azioni pericolose con brillanti aperture di campo, tocchi svelti e talora raffinati (molto applauditi) a velocizzare la manovra e concedendo al Toro soltanto una opportunità, sia pure ghiotta, al 47’ (palo di Iago Falque, fischiatissimo ex). In quella occasione è stato Belotti a mandare Iago davanti al portiere approfittando di un movimento sbagliato di Karsdorp (’95), unico neo della sua gara-rivelazione.

DZEKO E SCHICK - La flessione della ripresa va ascritta più che altro all’orgoglio e ai meriti del Torino, spinto da Ansaldi e Aina verso una rimonta che all’intervallo pareva proibitiva e che invece si è concretizzata al 67’. Ma alla fine la Roma ha saputo trovare il guizzo del successo. Bisogna sottolineare, come riporta la "Gazzetta dello sport" di oggi, che la rimonta dei granata sarebbe stata probabilmente impossibile se Dzeko, al 3’ del secondo tempo, non avesse depositato sul corpo di Sirigu un cross di Kolarov pervenutogli a tre passi dalla linea bianca. Va pure sottolineato come l’azione del successo romanista sia stata avviata in modo intelligente da Schick (‘96), entrato in campo da 50 secondi al posto di un declinante Kluivert (’99) per dare vita a un modulo a quattro punte che ha visto Zaniolo spostarsi sulla destra.