rassegna stampa

Stadio della Roma, ecco i 4 pareri finali

Il primo punto da evidenziare è quello della condizione espressa dal Dipartimento Urbanistica e che già fornisce indicazioni sul crono programma degli interventi

Redazione

Il Comune. A parte la figuraccia del tweet del sindaco, Virginia Raggi, che, a Conferenza ancora in corso, prima “cinguetta” con tanto di foto l’annuncio del via libera e poi corre a cancellare lo stesso in quanto prematuro, il parere di Roma Capitale è un meraviglioso capolavoro di equilibrismi tecnici. Il primo punto da evidenziare è quello della condizione espressa dal Dipartimento Urbanistica e che già fornisce indicazioni sul crono programma degli interventi. Prima di tutto dovrà essere ottenuta la “deperimetrazione” delle aree ritenute a rischio dal Piano di Assetto Idraulico dell’area. Quindi, prima di tutto i proponenti dovranno realizzare le opere di messa in sicurezza del Vallerano e di mitigazione dell’area di Tor di Valle.

Secondo punto: dovrà essere inserita nella Convenzione urbanistica la possibilità che (almeno) due parcheggi pubblici “siano gestiti direttamente dalla società proprietaria dello Stadio, riversando integralmente i relativi introiti” al comune. Il Dipartimento Trasporti, invece, ha fatto propria una relazione di Roma Servizi per la Mobilità che avalla gli studi sul traffico presentati dai proponenti. Stesso software di analisi, stessi dati di partenza (matrici), stessi scenari di simulazione per entrambi e, clamorosamente, i risultati sono uguali. Manca qualunque altra simulazione che tenga conto di partite in orari diversi da quello infrasettimanale serale, come ad esempio il Roma-Torino di Coppa Italia che è in programma alle 17.30. Parere unico positivo ma certo non poteva essere diversamente. Ok da parte della Sovraintendenza capitolina al progetto di rifare la porzione di tribune del vecchio Ippodromo.

LO STATO – “Ritenuto di poter esprimere definitivamente e in modo univoco e vincolante” lo Stato esprime “parere favorevole con prescrizioni”. Per il Ministero dell’Ambiente, stessa lettera del luglio scorso, bisogna realizzare un servizio di bike sharing e ricariche per veicoli elettrici. Per l’Autorità di Bacino distrettuale dell’Appennino centrale “si conferma il parere favorevole” con le stesse prescrizioni espresse a febbraio scorso sul “progetto Marino”: le opere idrauliche hanno la precedenza. Più articolato il parere del ministero dei Beni Culturali. Anche qui c’è l’espressione di un parere positivo ma le prescrizioni sono più rilevanti: non si devono toccare le altezze degli argini del Tevere vicino lo Stadio e va ridotto l’impatto dei due pontili. Sulle Tribune di Tor di Valle c’è una lunga pagina di lacrime che si conclude con la prescrizione di “ricollocare la struttura ricostruita non lontana dalla sua originaria posizione”. infine, ci sono le indicazioni per predisporre la campagna di scavi archeologici preventivi. Per le infrastrutture, due elementi da segnalare. Il primo, le forti critiche sulla questione Ponte di Traiano-Ponte dei Congressi espresse a novembre “non erano relative a un vincolo derivante da una disposizione normativa o da un atto amministrativo generale ma erano correlate alla miglior tutela dell’interesse pubblico”. Secondo: il Ministero manterrà le risorse economiche già stanziate sul Contratto Anas da usare per la realizzazione del nuovo svincolo Parco de’ Medici “qualora si dovesse presentare una maggiore esigenza di mobilità nell’area”.

LA REGIONE LAZIO – Il punto lo tiene la Regione: l’”armatura infrastrutturale è già insufficiente agli attuali flussi di traffico” ma, “allo scopo di evitare atteggiamenti di schizofrenia amministrativa,si prende atto delle valutazioni” del Comune adottate con la Delibera Raggi”. In sostanza, fate vobis. Se poi sarà il caos, noi ve l’avevamo detto. Il parere unico, quindi, alla fine, è favorevole anche dalla Regione. Le prescrizioni emesse sono tante ed estremamente tecniche e puntuali: si va da quelle legate alla sicurezza idrogeologica dell’area, la più importante delle quali recita “ad avvenuta realizzazione delle opere di messa in sicurezza dal rischio idrogeologico, dovrà essere inviato il certificato di collaudo in modo che la Regione Lazio possa trasmettere all’Autorità di Bacino la richiesta di ridefinizione del perimetro delle zone”. Insomma, l’iter che la Roma dovrà seguire per poter tecnicamente tirar su un mattone a Tor di Valle sarà: prima la messa in sicurezza idraulica (la fase 1 del progetto sul Fosso del Vallerano, l’idrovora di Tor di Valle e le “vasche di laminazione” delle acque piovane), poi collaudo delle opere, quindi domanda alla Regione per far cambiare la classificazione delle aree. Solo allora si potrà tirar su qualcosa.

Altre prescrizioni sono sulle rampe di accesso ai parcheggi della zona commerciale, mentre l’Ente Roma Natura – che in passato aveva espresso negatività su alcune parti del progetto – questa volta esprime un parere positivo riguardo gli interventi idraulici previsti sul Fosso dell’Acqua Acetosa chiedendo, però che i proponenti stipulino una polizza fidejussoria a garanzia dell’esattezza dei lavori.