rassegna stampa

Ruba foto di Totti. Finito a processo

l processo, apertosi ieri, non si terrà nella Capitale ma a Trapani per la residenza dell’ imputato

Redazione

Le foto di una vacanza tranquilla alle Maldive finite in un confronto in Tribunale. In quelle immagini il viso rilassato dell’ex capitano giallorosso Francesco Totti e della moglie Ilary Blasi, finiti nelle pagine di un periodico nazionale. Di quelle istantanee si sarebbe appropriato indebitamente una terza persona. Il reato è contestato a un istruttore impegnato nel diving club del Palm Beach Resort alle Maldive.

Proprio lì dove Er Pupone e famiglia avevano trascorso nel 2011 delle assolate vacanze di Natale insieme all’ex terzino di Roma, Milan e Real Madrid, Cristian Panucci. L’uomo, Alessio Cicero, alla sbarra al Tribunale di Roma poco prima del Capodanno 2011 avrebbe accompagnato i campioni giallorossi e le loro famiglie con l’amico, il regista televisivo Maurizio Catalani, autore della denuncia, presso un’isola deserta. Una volta lì, dopo aver passato una giornata in totale relax, ed aver scattato delle foto con la macchina fotografica del regista, gli amici sarebbero tornati a casa.

Quelle immagini però sarebbero finite, secondo la ricostruzione dell’accusa, nella disponibilità dell’imputato. L’istruttore in fatti avrebbe chiesto a Catalani di avere la schedina dell’apparecchio per scaricare le foto di quella piacevole giornata e averne ricordo. Con l’accortezza di non prendere foto ulteriori rispetto a quelle dove era ritratto l’imputato. Dopo il rientro a Roma però la sorpresa. Il 18 gennaio 2012 infatti quattro foto di quel rulli no digitale erano finite su un settimanale molto noto, fra quelle immagini di proprietà del regista vi erano anche foto "che ritraggono – si legge nella querela – Francesco Totti e la signora Ilary Blasi".

Riuscito a venire a capo della matassa, il regista avrebbe visto la sua fiducia tradita dall’istruttore del resort poiché questi si sarebbe, secondo la parte offesa, appropriatosi intenzionalmente delle immagini "al fine di trarne – scrive il querelante – un ingiusto profitto".

Il processo, apertosi ieri, non si terrà nella Capitale. Essendo il reato stato commesso all’estero, gli atti saranno mandati nella procura competente. In questo caso quella di Trapani per la residenza dell’ imputato.