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rassegna stampa

Roma a Bergamo, Di Francesco deve già allontanare le critiche

Il tecnico giallorosso non ci sta: "La colpa di quei trenta minuti in Spagna è solo mia, così mi assumo tutte le responsabilità. Spetta a noi adesso cambiare questa percezione e i giudizi"

Redazione

Seccato a dir poco. E con una voglia immensa di far parlare il campo permettere a tacere subito chi considera spacciata la sua Roma ancor prima di iniziare. Di Francesco inizia la stagione già teso, dopo una settimana di disfattismo cosmico seguito alla sconfitta di Vigo. E alla vigilia della difficile trasferta di Bergamo, inizia a togliersi i sassolini dalle scarpe. «La prestazione col Celta – spiega il tecnico – non mi è piaciuta per niente, ma sono convinto che affronteremo l’Atalanta con grande determinazione. La colpa di quei trenta minuti in Spagna è solo mia, così mi assumo tutte le responsabilità. Ho cercato di tutelare dei giocatori che non potevo utilizzare in due partite così ravvicinate. Siamo a Roma, le valutazioni – dice rivolto ai cronisti in sala stampa – le fate dritte per dritte, ma io lo so e sono serenissimo. Spetta a noi adesso cambiare questa percezione e i giudizi. Spero che dopo la gara con l’Atalanta si parlerà della Roma in modo differente».

Il dibattito sul modulo è già nel vivo: vale la pena fossilizzarsi sul 4-3-3 o Di Francesco deve eventualmente aprirsi a un cambiamento? «Vengo dato per integralista – ribatte lui – e invece mi sento molto più una persona che legge le situazioni e cerca di imparare. L’allenatore bravo è chi interpreta se in determinati momenti della stagione bisogna modificare qualcosa. Non è che uno inizia a darsi le martellate se vede che qualcosa non va, ma mi sembra assurdo di parlare già di problemi del 4-3-3, che è un sistema dinamico e non statico: continueremo con quello. Ho delle idee, non posso mettere in campo quelle degli altri o scimmiottarli. Io cerco di mettere in pratica il mio modo di vedere calcio e non sono stato scelto per portare avanti l’idea di qualcuno che è seduto da un’altra parte». Insomma l’intento è quello di allontanare in fretta il fantasma di Spalletti, anche se sarà subito lui il prossimo avversario sul campo in Roma-Inter di sabato prossimo, primo scontro diretto tra candidate allo scudetto. «Le griglie non le faccio – analizza Di Francesco – posso dire che tante squadre, in particolare il Milan, si sono rinforzate e questo campionato sarà sicuramente più competitivo».

Restano undici giorni di tempo per spostare gli equilibri attraverso il mercato. «Stiamo facendo tante valutazioni, può ancora succedere di tutto in ogni reparto. Non mi piace parlare di un centrale difensivo o di un altro ruolo, ora è il momento di fortificare questa squadra perché sento spesso un pensiero negativo e io invece voglio essere positivo. Poi non siamo sciocchi e faremo i nostri ragionamenti dopo queste due gare». Come a dire che di rinforzi non se ne parla neppure la prossima settimana. Il primo, però, è già dentro Trigoria. Quel Florenzi che secondo Di Francesco «può essere un valore aggiunto. Non è ancora in condizione di essere convocato, lo valuterò nella prossima settimana contro l’Inter ma deve lavorare sodo». Poi un appello a due leader: «Se c’è un giocatore che ha delle potenzialità enormi e per me può fare ancora meglio è Nainggolan. Di De Rossi ne ho già parlato, mi aspetto che sia l’emblema di questa squadra, con la sua romanità e il suo desiderio di mettersi a disposizione». Da oggi come capitano «titolare», mentre Totti lo guarderà dalla tribuna.