rassegna stampa

La battaglia dei ponti. Un errore preferire una struttura statale a una pagata da privati

Pur di cancellare le tre torri, visto che nei conti non vennero trovati i regali ai costruttori, si tagliarono le opere pubbliche

Redazione

Il Tempo lo anticipò il 5 ottobre 2016 e Berdini lo confermò il 22 dello stesso mese: l’obiettivo dei 5 Stelle era quello di tagliare le cubature. Pur di cancellare le tre torri, visto che nei conti non vennero trovati i regali ai costruttori, si tagliarono le opere pubbliche. La prima, il Ponte di Traiano. Poi i 50 milioni di euro destinati alla metro B. Il nome lo avrebbe preso dall’imperatore Traiano che costruì un ponte ad arcate sul Danubio. Su uno degli architravi sarebbe stata incastonata la riproduzione di un sesterzio romano dell’epoca che celebrava proprio l’enorme opera ingegneristica di Traiano. Il Ponte dello Stadio avrebbe avuto due corsie per senso di marcia, più quelle di emergenza e avrebbe realizzato una connessione diretta fra la via del Mare/Ostiense. la strada interna dell’area di Tor di Valle – quella che, partendo dalla via del Mare e costeggiando il depuratore Acea, avrebbe condotto ai parcheggi – e l’autostrada Roma-Fiumicino.

Sull’autostrada, poi, a Parco de’ Medici, sarebbe stato realizzato un nuovo svincolo e due chilometri di complanari in entrata e in uscita per entrambi i sensi di marcia. In questo modo sarebbe stato possibile separare i flussi di traffico da e per lo Stadio con chi invece doveva andare a Fiumicino aeroporto o a Roma centro. Il costo totale di tutte queste opere sommava a poco più di 90 milioni di euro. L’idea avanzata da Berdini, sposata dalla Raggi e smontata dai tecnici del Ministero è che il Ponte dei Congressi fosse sufficiente allo scopo e che, pagato dallo Stato, si potesse sostituire a quello di Traiano da ricompensare con cubature. L’unica fortuna in questo disastro è che il ponte di Traiano – vero nodo in Conferenza di Servizi – è già pronto. Basterà trovare i soldi.