rassegna stampa

Zaniolo, c’è l’Europa ma ora è cosa seria

LaPresse

Dall’esordio senza pretese di Madrid alla sfida con il Porto tutto è cambiato in Nicolò, su cui piovono responsabilità da big

Redazione

Glielo avranno detto, ovvio: Zaniolo saprà con certezza che anche Daniele De Rossi ha cominciato come lui, ovvero dalla Champions prima che dal campionato. scrive Alessandro Angeloni su Il Messaggero.

La differenza è che Nicolò, la prima l'ha fatta subito da titolare, mentre Fabio Capello regalò a Daniele la gioia dell'esordio in una partita non utile per la classifica e facendolo entrare dopo 71 minuti di gioco al posto di Ivan Tomic (Roma-Anderlecht 1-1, 30 ottobre del 2001).

Zaniolo, il battesimo del fuoco l'ha fatto al Santiago Bernabeu di Madrid, contro il Real. Non fu una bella serata, né per la Roma, né tanto meno per lui, che evaporò subito, ingoiato dalla giovane età e dalle problematiche della squadra. Non aveva responsabilità, tutto ciò che ha fatto è stato guadagnato. Era un periodo nero e Di Francesco aveva bisogno di dare un segnale: decise che fosse meglio un ragazzino inesperto che un anziano incapace di interpretare il lavoro nella maniera corretta. Dentro Zaniolo, dunque. A sorpresa.

Oggi Nicolò gioca non più per dare segnali ma perché è diventato un punto fermo. Il suo talento ha stregato l'allenatore e una buona parte della città, che lo ha indicato come il nuovo Totti. Calma. Zaniolo oggi deve solo fare quel che sa fare: dare qualità, entusiasmo, corsa, tecnica e gol, non pensare al contratto. Tre reti fino a ora, tutti all'Olimpico e tutti in campionato: contro Sassuolo, Torino e Milan. Domani si torna a giocare all'Olimpico, ma in Champions, la competizione che lo ha battezzato e che nel tempo dovrà consacrarlo. Nicolò deve pensare al presente, non al futuro. Zaniolo domani farà la mezz'ala, oppure l'esterno alto a posto di Schick. Un posto ce l'ha, ormai sembra scontato. L'importante che ci sia.