rassegna stampa

Talento, successo, oblio: Stephan, un tacco per ricominciare

Oggi è tornato a fare cose impossibili: un tacco alla Ibra, nella porta dove, sempre di tacco, aveva fatto centro Mancini in un derby. Se la salute non gli dichiara guerra, Stephan diventa una garanzia per Spalletti

Redazione

 Stephan parla di caccia alla svolta, che oggi è un obiettivo vecchio. Perché se ne parlava già quando aveva vent’anni e quando nel Milan segnava come Shevchenko e valeva un sacco si soldi, tanti da renderlo inavvicinabile e lo stesso Milan non aveva alcuna intenzione di mollarlo. Oggi lo ha addirittura scaricato, per non parlare poi del Monaco.

Quella svolta è stata poi superata dagli infortuni, dall’assenza di continuità, dalle, raccontano sempre i ben informati (o maligni), cattive compagnie. El Shaarawy s’è perso. E chissà se ritorna. «Tira in porta da qualunque posizione, ha la precisione di un orefice. Sembra un laser, sa sempre prima dove il pallone andrà a chiudersi. Mai visto un ragazzino così leggero e così continuo, così insistente nelle cose impossibili», scrivevano di lui prima dell’oblio. Oggi è tornato a fare cose impossibili: un tacco alla Ibra, nella porta dove, sempre di tacco, aveva fatto centro Mancini in un derby. Se la salute non gli dichiara guerra, Stephan diventa una garanzia per Spalletti. «Gervinho voleva andare via, El Sharaawy voleva la Roma. Non ho avuto dubbi: ho scelto El Shaarawy», ha detto Lucio. Colpo di tacco, così ha detto grazie al mister.

(A. Angeloni)