rassegna stampa

Spalletti: “Un appuntamento atteso da 8 mesi”

"Bisogna spazzar via il risultato dell'andata, non bisogna fare troppi calcoli. Non ci affideremo al destino, lo decideremo noi il nostro destino. A testa alta"

Redazione

«È la partita, quella che aspettiamo da 8 mesi», parola di Luciano Spalletti. Una pausa ad effetto e poi riprende: «Non è la partita che aspetta noi ma il contrario. È lei, è tutto per noi, ci può dare le chiavi per salire sul palcoscenico più importante d'Europa. Bisogna spazzar via il risultato dell'andata, non bisogna fare troppi calcoli. Non ci affideremo al destino, lo decideremo noi il nostro destino. A testa alta». La sensazione è che il messaggio non sia rivolto ad intimidire il Porto ma ai suoi ragazzi, scrive Stefano Carina su "Il Messaggero". «Saremo a casa nostra e vogliamo fare i padroni - prosegue il tecnico -. Noi stanotte (ieri, ndc) dormiremo, saremo tranquilli perché chi ha paura a gestire le tensioni poi ha paura anche a gestire i successi. Chi è fatto così non può giocare nella Roma».

Sulla formazione, con il duo Florenzi-Torosidis out e Paredes non al meglio per un problema al polpaccio destro, Lucio non si sbilancia: «Sceglierò la mentalità di squadra, andremo ad impattare la partita a testa alta provando a vincerla da subito e non aspettando gli avversari. Schiererò la migliore formazione che ho a disposizione e i calciatori con più qualità per quella che è la nostra ricerca di gioco. Poi ho solo una scelta da fare in difesa e se non dall'inizio la farò a partita in corso» Il riferimento è a Juan Jesus centrale con Manolas (Fazio in panchina) o sulla fascia, al posto di Emerson Palmieri. L'altro dubbio è in porta tra Alisson e Szczesny.

Prima di Spalletti, in conferenza è intervenuto Kevin Strootman: «Contro il Porto sarà una gara particolare e servirà essere pronti fisicamente e mentalmente. Sarà un match difficile, all'andata abbiamo visto che davanti sono pericolosi. Entreremo in campo per vincere, forse gli ultimi 20 minuti possiamo pensare di gestire il risultato, ma senza calcoli. È un appuntamento importante per i milioni che ci sono in ballo, per il club e per tutti noi. Magari trovassimo uno stadio come in Portogallo, perché in un impianto così è come se si giocasse in dodici. Io spero che i tifosi possano venire». Speranza che, considerando i biglietti venduti sino a ieri sera (poco più di trentaduemila compresi gli 8mila abbonamenti e i 200 tifosi provenienti da Oporto), rimarrà vana.