rassegna stampa

Schick, dal tacco alla punta

LaPresse

Dall'attaccante ceco, ora più che mai, ci si aspetta la continuità sotto porta

Redazione

Abbiamo esaltato un recupero palla sotto la Tevere (Roma-Real Madrid), poi strabuzzato gli occhi davanti a uno spettacolare assist di tacco (Roma-Inter). Prossima tappa: un tiro in porta o ancor di più un gol, scrive Alessandro Angeloni su Il Messaggero.

Ecco, un gol, un altro, dopo quello segnato alla Sampdoria quasi un mese fa, per arrivare a due a Cagliari e magari portare altri tre punti alla Roma, che ne ha bisogno e non può più permettersi di perderne ancora. Da Schick, ora più che mai, ci si aspetta la continuità sotto porta.

La Roma segna, per ora è a 24 reti in campionato, non una cifra clamorosa ma in linea con le concorrenti per il quarto posto (Napoli 28, Inter 27, Milan 24, Lazio 20 e Torino 19, lo score di quelle che stanno avanti ai giallorossi). I giallorossi non hanno un bomber vero: il capocannoniere è El Shaarawy, che ha segnato cinque reti, e il secondo, a tre gol, è addirittura Kolarov, che di professione fa il terzino. Quindi manca l’uomo che punti/raggiunga la doppia cifra, lo Dzeko degli anni precedenti, per intenderci.

Schick ha nelle corde il gol ma sotto quest’aspetto ancora non è esploso (nella Samp ne segnò 11 in 32 partite). Forse è solo una questione di tempo, doveva prima trovare la continuità, che solo ora, per l’assenza di Edin, sta pian piano trovando. Una mano, nel tempo, gliela darà Perotti, uomo assist per eccellenza (22 in questi anni romani) oppure Pastore, preso apposta per portare qualità nelle giocate offensive. Entrambi, ad oggi, hanno dato poco; entrambi, fino a oggi, sono stati distrutti dagli infortuni.

A Cagliari sarà ancora Schick a guidare l’attacco della Roma, con Zaniolo alle sue spalle. Il prossimo passo di Schik è quello di diventare un finalizzatore, quello dal gol sporco. Di Francesco sta studiando soluzioni diverse, in attesa del rientro di Edin. Il centravanti possono farlo nell’ordine, Perotti, che lo faceva ai tempi di Lucio quando si giocava, appunto, col falso nove, poi Under, che ha la mobilità e la fisicità della punta centrale (e sa fare gol). Un po’ meno Kluivert, che ama cercare l’uno contro uno sulla fascia, ed El Shaarawy, che ha ammesso in passato di non sentirsi un centravanti puro. In certi istanti dell’ultima partita contro l’Inter, la punta centrale è andata a farla anche Zaniolo, che si scambiava spesso la posizione con Schick. Una sorta di 4-4-1-1, che potrà essere riproposto anche con Dzeko stesso. Perché Schick il meglio di sé lo dà quando ha una punta alla quale girare intorno. Perché ha il piede da trequartista ma non (ancora) l’istinto del gol. Sabato altro giro altra corsa.