rassegna stampa

Roma, un Pastore di nome Eusebio

LaPresse

Di Francesco ha scelto il 4-2-3-1 per sfruttare l’argentino ma le vittorie sono arrivate senza di lui. E ora rischia il posto

Redazione

"Ho scelto la Roma perché voglio tornare a sentirmi importante". Sono state le prime parole pronunciate da Pastore al suo arrivo nella capitale. C'è ancora tutto il tempo per adempiere a questa volontà, scrive Stefano Carina su Il Messaggero, ma l'avvio, inutile negarlo, non è stato dei migliori. Prima le difficoltà tattiche nel ruolo di mezzala nel 4-3-3, poi i due infortuni ai polpacci. Ora nel ruolo di trequartista è esploso Pellegrini. Un gol, un assist contro la Lazio (più si è procurato la punizione, poi realizzata da Kolarov), un assist a Under più un'altra partita di altissima qualità con il Plzen e ancora la palla per l'1-0 di Nzonzi a Empoli.

Ora, con il rientro di Pastore (tornerà con la Spal), cosa accadrà?  L'impressione è che gestirlo non sarà semplice. Il motivo non può essere tecnico. La questione è dunque meramente tattica, dovuta alla costruzione estiva della Roma. Se nel 4-3-3 le perplessità sull'adattamento del Flaco nel ruolo di mezzala sono state poi confermate dal campo, il 4-2-3-1 dovrebbe essere il modulo cucitogli addosso. Il condizionale è però d'obbligo, almeno in questa Roma.

Fnché la palla è dei giallorossi Pastore è una gioia per gli occhi, ma quando finisce tra i piedi degli avversari chi corre? Chi recupera il pallone alto visto che Nzonzi e De Rossi tendono entrambi ad abbassarsi? Anche nel derby, l'avanzamento di Florenzi nel tridente offensivo non è bastato. Ora tocca a Di Francesco. L'ennesima sfida in una stagione già di per sé complicata.