rassegna stampa

Roma, Lucio vale doppio

Il 3-4-2-1 e il 4-2-3-1 rappresentano le sue anime tattiche: la squadra di Spalletti adesso vice di equilibri consolidati

Redazione

Tatticamente Spalletti non nasconde la sua Roma. Sono 2 i sistemi di gioco scelti per il finale di stagione, come evidenzia Ugo Trani su Il Messaggero: il 3-4-2-1, quello utilizzato negli ultimi 2 mesi e mezzo, e il 4-2-3-1, con cui si fece apprezzare soprattutto durante la sua prima esperienza sulla panchina giallorossa. ù

Li ha preferiti ad altri, non scartati definitivamente, soprattutto guardando alle caratteristiche dei giocatori e quindi alle esigenze della squadra. La difesa a 3, ad esempio, è stata utile anche per avere la possibilità di schierarsi, in fase di non possesso palla, con una linea di 4 o 5 giocatori. E' stata la soluzione migliore, lo dicono i risultati. Dal 4 dicembre, contando anche le 3 gare di coppa (1 di Europa League e 2 di Coppa Italia), in 9 match su 13 non sono stati incassati gol. Equilibrio, solidità e organizzazione sono i segreti per la svolta che ha permesso all'allenatore di essere ancora in corsa su 3 fronti.

Il passaggio da un sistema di gioco all'altro è ormai nel dna del gruppo. È successo pure recentemente, ma sempre in corsa.La conferma dell'assetto ha cancellato l'equivoco che ha accompagnato la Roma durante l'assenza di Salah. E cioè che, con lui, il 3-4-2-1 sarebbe subito diventato il modulo di scorta. Non è accaduto domenica e non sarà così nemmeno più avanti. Nell'ultima gara del 2016, all'Olimpico contro il Chievo, Salah è partito dall'inizio a destra nel 3-4-3 che, con El Shaarawy a sinistra, può essere accostato allo schieramento attuale. Quella sera, per la cronaca, Nainggolan ha giocato mediano accanto a Strootman.

La Roma, insomma, finirà la stagione con le 2 opzioni. Il 4-2-3-1, spesso utilizzato dagli allenatori per andare a dama (ribaltare un risultato negativo o comunque vincere un match), consente a Spalletti di schierare più giocatori offensivi.

Intanto Fazio è diventato un protagonista di questa Roma: «Mi dispiace non aver avuto l'opportunità di dimostrare il mio valore con l'Argentina. Forse perché non ho mai giocato con un club importante del mio Paese. L'importante è sempre guardare al futuro, per la Nazionale chissà, pure per quella italiana». Fazio, avendo il passaporto italiano grazie al nonno nato in Sicilia, chiama indirettamente il ct Ventura. Il centrale giallorosso, con la sua nazionale, ha giocato solo 3 amichevoli (2 nel 2011 e 1 nel 2014). E', quindi, convocabile in azzurro.