rassegna stampa

Roma, il Comandante Lucio

In meno di un mese Spalletti ha migliorato gli atteggiamenti dei giocatori in allenamento e in partita, li ha chiamati in causa individualmente, per correggere errori e atteggiamenti. Pure a brutto muso. Li ha coinvolti quotidianamente, per far...

Redazione

In soli 9 giorni la Roma ha recuperato 5 punti all'Inter e 4 alla Fiorentina. I 3 successi di fila hanno fatto la differenza, ma anche la fortuna non è guastata. Di sicuro, scrive Ugo Trani su "Il Messaggero", c’è il lavoro di Spalletti. In campo e fuori. Perché, in meno di un mese, è riuscito a incidere sul comportamento della squadra. In queste prime settimane ha migliorato gli atteggiamenti dei giocatori in allenamento e in partita, li ha chiamati in causa individualmente, per correggere errori e atteggiamenti. Pure a brutto muso. Li ha coinvolti quotidianamente, per far blocco e uscire dalla crisi. Dando loro un unico riferimento: lui. Lucio e nessuno.

Il suo decisionismo non ha precedenti nei 5 anni dell’éra Usa. Spalletti, già all’alba del nuovo mandato, è stato diretto in privato e in pubblico. Si è preso la responsabilità di scelte pesanti e ingombranti. Prendete Castan: lo ha provato contro il Verona già alla prima partita della sua gestione. Esperimento fallito. Così ha subito chiesto il difensore in più alla proprietà che ha dato il via libera a Sabatini per prendere Zukanovic. Alla terza partita, contro il Frosinone all’Olimpico, si è reso conto che il regista è fondamentale: dentro Keita. Che ha giocato 3 partite di fila dall’inizio dopo 11 mesi. Contemporaneamente ha programmato il reinserimento di Maicon, poi titolare nelle 2 gare successive. Il quarto step, in trasferta contro il Sassuolo, è stato ancora più indicativo: niente centravanti, quando teoricamente avrebbe potuto scegliere Sadiq. Nell’ultima e quinta gara ha rafforzato la sua convinzione e insistito sui palleggiatori.