rassegna stampa

Roma a passo lento tra gioco e mercato

La squadra fatica a costruire perché i nuovi movimenti non sono stati ancora recepiti e assimilati in maniera automatica

Redazione

"Ci servono ancora un vice Dzeko, due esterni offensivi, un terzino sinistro e un difensore centrale", disse Eusebio Di Francesco, in diretta tv, lo scorso 10 luglio. Un mese abbondante dopo, e a poche ore dall’inizio del campionato, all’appello dell’allenatore della Roma mancano ancora due pedine: un esterno e un difensore centrale. Rosa incompleta, al momento, ricordando le parole del tecnico. Oggi la Roma si trova ad avere solo due esterni bassi (Emerson e Karsdorp sono ancora fuori causa): Bruno Peres a destra e Kolarov dall’altra parte. Qualora uno dei due non fosse disponibile, l’allenatore sarebbe costretto ad impiegare sulla corsia un adattato, come scrive Ferretti su Il Messaggero.

Di Francesco ha portato in campo un sistema di gioco che non è stato ancora digerito. L’ha confermato il tecnico stesso ogni volta che si è trovato a commentare un’amichevole della propria squadra. A poche ore dall’inizio del campionato, e con tutte le attenuanti legate ad una rosa incompleta (e carica di convalescenti e lungodegenti), sul piano del gioco ci si aspettava qualcosa di più. Raramente si è vista una Roma alla Di Francesco, che non significa – questo deve essere chiaro – una rivisitazione dello Zeman Anni 90, ma una squadra che – per dirne una – cerca continuamente le verticalizzazioni. Non solo quelle, certo; ma anche quelle. Invece, poco. Molto poco. Una Roma non completamente strutturata, non (ancora) definita: ecco l’attuale squadra di Di Francesco. Che insiste con le proprie idee, e fa bene, ma che dovrebbe tener conto anche degli errori (limiti) figli delle sue idee.

La Roma di oggi fatica a costruire perché i nuovi movimenti non sono stati ancora recepiti e assimilati in maniera automatica. Ecco perché spesso in campo si pensa a cosa dover fare, non a cosa fare; e questo crea ritardi sui tempi di gioco, sulle scelte tecniche. Così la manovra in fase di possesso non è fluida e, al primo errore, si soffre in maniera esagerata nella fase di non possesso. L’imbarcata di Vigo ha una matrice tattica, certo, ma la componente tecnica (cioè, la qualità dei giocatori) ha avuto in negativo un peso determinanteErrori del singolo ed errori di squadra. Il top negativo. Quando ti affidi al gioco e non ai giocatori, fatalmente in avvio dei lavori vai incontro a problemi. La Roma sta studiando Eusebio e, raccontano, lo fa senza batter ciglio. Paradossalmente, addirittura con eccessiva attenzione nello svolgere il compitino per non tradire l’allenatore. Che, tanto per ricordarlo, aspetta ancora un esterno titolare e un altro centrale. E tra poche ore c’è l’Atalanta.