rassegna stampa

Notti in coda, appelli e cori: è febbre da Roma-Liverpool

E c'è chi è in fila per sé, per suo figlio e per i suoi nipoti: "34 anni fa abbiamo pianto per una settimana"

Redazione

Rosella è seduta sulle scale della chiesa dei Santi Bartolomeo e Alessandro, a Piazza Colonna, a fianco del Roma Store. È canuta e tenace, gli occhiali da vista e la sciarpa della Roma al collo. Ha un quaderno in mano su cui scrive nomi, numeri e appone un timbro, come riporta D Liegro su Il Messaggero.

Su via del Corso, si dice, sono già arrivati a 800: "Spero di riuscire a prendere una Tevere. Sono 140 euro, ma questa partita li vale tutti" dice Matteo, 21 anni.

Chi c'era in Curva Sud nell'84, proprio quella di fronte alla quale sono stati tirati i maledetti rigori, ricorda quella serata come un incubo, tanto da aver preso una decisione importante: "Stavolta non ci vado. Per scaramanzia - afferma Marco Pulice, che all'epoca era un ragazzetto - Quella Roma lì era fortissima. Questa volta partiamo sfavoriti. Speriamo di sorprendere la loro difesa, che è il loro punto debole".

I tifosi si accalcano intorno alle scale della Chiesa a Piazza Colonna, si sta avvicinando l'appello. Chi c'è bene, chi non c'è perde il turno. Ce ne sono altri due: a mezzanotte e alle sei del mattino.

Vincenzo Ricci ha 85 anni portati benissimo: è in fila per sé, per suo figlio e per i suoi nipoti. "Tre generazioni di romanisti in casa. Speriamo che sia una rivincita". Massimiliano Tartaglia di anni ne ha 49, è appena uscito da lavoro: «Andrò con le mie due figlie. Ho già preso i biglietti aerei per Liverpool. Me le voglio vedere tutte e due le partite: 34 anni fa abbiamo pianto per una settimana".