rassegna stampa

Le squadre B e la crescita dei giovani

Il progetto, sostenuto da 18 squadre, è stato ideato da Gabriele Gravina, presidente della Lega Pro

Redazione

L' obiettivo da raggiungere è la crescita e la formazione dei giovani, che non godono di una attività agonistica tra i 19 e i 23 anni, bastevole per poter competere anche nella massima Serie italiana. Questo l'intento delle cosiddette squadre. Con un voto a sorpresa, 18 società di Serie A (con Lazio e Verona che si sono astenute) hanno riproposto il progetto del neo presidente della Lega Pro, Gabriele Gravina. La proposta è di inserire fuori classifica nei campionati di Lega Pro, la Juve B, il Napoli B, la Roma B e gli altri club con l'intento di valorizzare i giovani talenti italiani oggi emarginati. Beppe Marotta, direttore generale della Juventus, e, soprattutto, Walter Sabatini, il direttore sportivo della Roma, sono convinti che il progetto possa portare a dei risultati importanti per il calcio italiano: «Perché non anche in serie B ? Ma comunque è una scelta necessaria per "muovere" questi ragazzi e farli maturare». Claudio Lotito, invece, sarebbe favorevole alle multiproprietà, ricalcate sul modello Lazio-Salernitana, da lui stesso adottato. Prima di Conte, la Nazionale era tra le più vecchie d'Europa con un'età media dei calciatori che sfiorava i 28 anni(27,9); e gli Azzurri mondiali nel 2006 arrivavano addirittura a 28,72. In Spagna, Germania e Inghilterra - sia pure con soluzioni diverse - il sistema delle seconde squadre produce effetti positivi: secondo le ultime statistiche, d'altro canto, la nostra Serie A non è, certo, un campionato "giovane" ed in Europa ha il record negativo di calciatori del vivaio approdati in prima squadra, con un misero 7,4%,contro il 16 della Germania e il 27,4 della Spagna. E' ora di scegliere il futuro del nostro calcio.

(Antonello Valentini)