rassegna stampa

Lazio-Roma, Sacchi: “Eusebio più europeo, Simone italianista”

L’ex ct gioca il derby: "Di Francesco ha un gruppo pensante e generoso. Inzaghi propone calcio brillante e divertente: una grande sorpresa"

Redazione

La chiacchierata di Antonello Valentino che intervista Arrigo Sacchi per Il Messaggero, parte dall'attualità delle ultime ore: dopo l'impresa con il Barcellona di Messi, la Roma ha pescato il Liverpool.

Che avversario sarà, Sacchi?

"Il più ostico e il più velenoso dei tre. Una squadra in crescita, velocità, grande ritmo e movimento senza palla in tutte le zone del campo, con una resistenza fisica notevole. Avrei preferito il Bayern che è una squadra vecchia. Abbiamo visto in tv come il Liverpool ha tritato il Manchester City, in casa e fuori, una squadra stanca. La Roma dovrà avere la spinta che ha avuto con il Barcellona e andare ad aggredire".

Domani c'è il derby. Una Roma a mille e una Lazio bastonata.

"Di solito noi italiani nelle sofferenze riusciamo a dare il meglio; ma giocando con l'intensità dell'ultima Roma si crea ottimismo, che va gestito però in modo corretto perché non diventi presunzione. All'avversario in difficoltà, bisogna montargli addosso, se un depresso intravede la luce si ribalta tutto. E la Lazio è brava a rubare palla e a ripartire, anche a Salisburgo ha creato tantissimo, un vero peccato".

Tra gli allenatori moderni,Di Francesco e Inzaghi (in odore di Juventus) a che punto sono?

"Eusebio è più vicino a un calcio internazionale: se scegli primo non prenderle non rischi, ma il rischio è alla base di ogni avventura. Sta dando alla squadra una fisionomia: generosità, passione, intelligenza, un gruppo pensante, non un singolo che fa la prodezza. Simone è una sorpresa positiva, più italianista, ma la sua Lazio propone gioco, è brillante e divertente. Anche se dirlo oggi stona e fa rabbia, la strada è quella giusta e lui può crescere molto se avrà coraggio. Dimostra di avere dei valori, è un ragazzo positivo e con i piedi per terra".

Con Totti passato dal campo alla dirigenza, ma un De Rossi dal cuore grande così e un nuovo volto della squadra, dove può portare il progetto di Di Francesco?

"Anche per questioni di qualità, a Sassuolo non gli era riuscito di imporre il pressing, squadra poco compatta, scarsa sincronia. Qui il discorso è già cambiato: se lo seguono, per la Roma questo è un punto di partenza non di arrivo".

Di Francesco come è riuscito nell'impresa contro il Barça?

"Aggredendo il Barcellona, la Roma ha impedito che gli spagnoli alimentassero Messi. A differenza di quello che molti pensano, il calcio è come un'orchestra, è un gioco collettivo non individuale, e come in un'orchestra bisogna seguire uno spartito. In Italia invece abbiamo sempre puntato sul singolo e sui suoi piedi buoni per risolvere le partite. E' il contrario e nel gioco collettivo si esaltano le qualità dei fuoriclasse".