rassegna stampa

La Roma alza il muro Champions

Spalletti ha trasformato la squadra: più solida e meno bella. La difesa del secondo posto o lo scudetto passano dall'equilibrio

Redazione

La Roma del dopo Marassi scopre le proprie caratteristiche: paziente, cinica, ordinata, spietata, essenziale, fisica, sporca, concentrata, tosta e pratica, come scrive Ugo Trani su Il Messaggero.

C'è stata una vera e propria sterzata caratteriale. Ora il comportamento è da big o, più semplicemente, da squadra. Nel punteggio e nell'atteggiamento, nella personalità e nella gestione.

I giallorossi, come si è visto contro il Genoa, ora sanno fare il verso alla Juve dei giorni migliori, quando i campioni d'Italia, senza incantare, si prendono comunque i 3 punti. «Noi, per vincere, dobbiamo sempre essere belli: questo non è possibile in ogni gara e quindi dobbiamo riuscire ad arrivare al successo anche in altro modo», disse Lucio qualche settimana fa, indicando il percorso alternativo al suo gruppo. Via che, per certi versi inedita, si sta rivelando azzeccata.

Il pomeriggio del derby, lo scorso 4 dicembre, è risultato fondamentale per il nuovo corso. Quel giorno Spalletti ha dovuto rinunciare, per la prima volta, a Salah in campionato. Lucio, pur ritrovandosi senza il suo secondo miglior realizzatore, non cambiò il sistema di gioco, confermando il 4-2-3-1. Ma a destra, davanti a Ruediger, piazzò Bruno Peres, fino a quel momento solo terzino, all'occorrenza anche a sinistra. La Roma, senza lasciare chance ai biancocelesti, si aggiudicò il match: 2 a 0.  L'assetto fece la differenza. Prudente e al tempo stesso efficace. Stile Juve, per capirsi. Il bis il 22 dicembre, sempre all'Olimpico, contro il Milan: 1 a 0. L'unico pericolo, tra l'altro scampato, su rigore, con parata di Szczesny su Niang. A Marassi l'ultima conferma: 1 a 0 con l'autorete di Izzo e il capolavoro ancora del portiere giallorosso su Ocampos nel recupero.

La nuova formula paga: 9 punti, 4 gol fatti e 0 incassati. E sono le 3 partite (delle ultime 5) in cui la Roma ha vinto senza prendere reti (è accaduto in 7 gare: 6 successi più lo 0 a 0 di Empoli). Sono 3 vittorie pesanti.  Così Spalletti ha chiuso il girone d'andata con 18 gol subiti. Meno che con Garcia l'anno scorso che ne contò 22, il peggior rendimento della sua gestione (nella prima stagione appena 10 e quella successiva 14). Lucio ha fatto anche 7 punti più di Rudi che però si tiene stretto il primato dei 44 punti in 19 gare (12 gennaio 2014).