rassegna stampa

La Roma al bivio: chi sbaglia paga

"Per finire due volte secondi la squadra può avere solo una mentalità di qualità e continuità. Siamo all'inizio del campionato e puntiamo a crescere" dichiara Garcia

Redazione

Palermo-Roma è una sfida che conta soprattutto per i due allenatori, Garcia e Iachini. 2 sconfitte nelle ultime 2 trasferte per il francese, 3 in 3 gare per il collega dopo i 7 punti raccolti nelle prime 3 partite del torneo.

«Ci sentiamo spesso col presidente: da quando sono arrivato qui, i miei dirigenti mi hanno mostrato il sostegno nei fatti» assicura Garcia, anche se non sembra così convinto e bisogna ammettere che, come scrive Ugo Trani su "Il Messaggero", depotenziato come è stato alla fine della scorsa stagione, non sbaglia a essere almeno scettico. Intanto la piazza lo ha scaricato: «Se si vince tutto è tutto okay, se non ci riusciamo, le cose vanno meno bene. Non sono un giovane allenatore, conosco le regole del gioco, sono motivato e combattente, il mio sogno di vincere con la Roma è sempre lo stesso. Non ho tempo o energie da perdere per occuparmi di altre cose oltre il campo. Parla sempre e solo quello».

Nell'aria romanista c'è sicuramente tristezza. Non si festeggiano i 300 gol di Totti, non si festeggia più con la tifoseria, la società è sempre più lontana dalla sua gente. Ma non c'è alcun rimpianto nell'essere rimasto a Roma da parte di Garcia: «Non sono per niente pentito. Sto bene qui. Voglio vincere titoli qui perché la società lo merita e fa di tutto, a partire dal presidente fino alle persone che lavorano a Trigoria. Tutti diamo il massimo ogni giorno, pure i giocatori fanno di tutto, anche se per il momento a corrente alternata. Appena avrò la possibilità di gestire la potenzialità della rosa al completo potremo fare grandi cose. E' un po' presto per fare i conti».

«Per finire due volte secondi - prosegue il tecnico - la squadra può avere solo una mentalità di qualità e continuità. Siamo all'inizio del campionato e puntiamo a crescere. Il mio compito è lavorare sul campo, dare sicurezze sulle scelte durante la partita, spiegare le due fasi, giocare con più moduli, come abbiamo fatto a Borisov, dove il gruppo ha risposto bene ai cambi tattici. Più della reazione, come abbiamo fatto anche a Verona, dobbiamo iniziare dal fischio di inizio con queste ambizioni, stando sempre dentro la partita». Lo slogan è semplice: «Più continuità, più risultati».