rassegna stampa

Impianti sportivi, a bando Campo Testaccio e Palazzetto

Resta l’incertezza, invece, sullo Stadio Flaminio. I soggetti ammessi alle gare per ottenere un impianto dovranno essere riconosciuti da Coni, Cip, Mipaf, ministero dello Sport

Redazione

Arrivano nuove regole per le società che gestiscono gli impianti sportivi di proprietà del Comune con la messa a bando di storiche realtà a partire da campo Testaccio. Sarà presentata giovedì in Assemblea capitolina, scrive Il Messaggero, la proposta di delibera sul Nuovo Regolamento degli impianti sportivi di Roma Capitale a firma del consigliere grillino Angelo Diario.

Il panorama è molto vasto: in tutto gli impianti del Campidoglio sono 164 e quelli in cui le concessioni sono scadute sono 63 ma tra queste realtà ci sono anche quelle (circa 30) in cui le diverse società sportive o associazioni affidatarie hanno negli anni provveduto non solo al miglioramento degli spazi ma anche alla loro messa in sicurezza.

Di quali impianti si parla? Si va dall’associazione gestione Lanciani di via Caraci 41 alla pallavolo e pallacanestro Virtus di piazza Apollodoro, dallo stadio Paolo Rosi dell’Acquacetosa, al Campo Testaccio, dall’Hippogroup Roma Capannelle all’unione sport Centocelle all’Unione rugby capitolina. Resta l’incertezza, invece, sullo Stadio Flaminio.

Viene inoltre stabilita l’applicazione di una carta della qualità dei servizi sportivi mentre i soggetti ammessi alle gare per ottenere un impianto dovranno essere riconosciuti da Coni, Cip, Mipaf, ministero dello Sport. Non finisce qui: gli impianti saranno catalogati in classe A, B, C a seconda che siano municipali e con 3 spazi sportivi (nell’ultimo caso) o a gestione diretta del Comune con la possibilità di ospitare eventi nazionali e internazionali, e avere una polifunzionalità (commerciale e ricettiva) nei primi due casi.