rassegna stampa

Il caso Tor di Valle, la segretaria di Parnasi: “Pagavamo i politici e non avevamo più soldi da dare ai dipendenti”

La storica collaboratrice del costruttore: "Versavo fino a 4.500 euro; ma so di versamenti più alti"

Redazione

I finanziamenti ai politici di ogni schieramento, mentre in Eurnova "non avevamo nemmeno i soldi per pagare gli stipendi". Lo racconta ai pm Elisa Melegari la storica segretaria di Luca Parnasi, il patron dello Stadio della Roma a Tor di Valle finito in carcere insieme ai suoi collaboratori per associazione a delinquere finalizzata alla corruzione.

Il ruolo di spicco di Luca Lanzalone, l'avvocato vicino ai vertici del M5S approdato Roma per assistere Virginia Raggi nell'affaire "Stadio" e diventato ben presto il sindaco-ombra della Capitale. Tanto che la prima cittadina decide di continuare ad avvalersi dei suoi servigi nonostante i due pareri contrari dell'avvocatura, come riportano Michela Allegri e Sara Venafra su Il Messaggero.

"Sin dai tempi i cui lavoravo in Parsitalia - racconta la segretaria di Parnasi - il gruppo usava operare delle erogazioni liberali in favore di politici". La donna racconta che in azienda c'era un file dedicato, che conteneva la contabilità parallela: "Avevo i nominativi di tutti i beneficiari e l'importo era sempre lo stesso, ossia 4.500 euro", cifra a suo dire ottenuta da vari politici - "Ciocchetti, la Polverini" -, l'importo standard è presto spiegato: "L'elargizione, in tale misura, avrebbe potuto non essere dichiarata". Ma era solo la punta dell'iceberg: "Mi hanno detto che ci sarebbero stati altri pagamenti per importi più elevati... non ricordo l'importo del girofondi, forse si trattava di 150mila euro".

I pagamenti più consistenti avvenivano attraverso la società Pentapigna, più difficilmente collegabile a Parnasi. Un vero e proprio canale alternativo su cui la procura sta avviando nuove verifiche. "Ho discusso più volte con Parnasi del fatto che molti soldi venissero spesi quando non avevamo soldi neanche per pagare i dipendenti o consulenti".

Parla poi dei rapporti con Claudio Santini - ex capo della segreteria del Mibact, indagato per corruzione - dice di avergli inviato "un bonifico da 25mila euro, forse la prima di due tranche», anche se «non ricordo di avere ricevuto relazioni di consulenza".

Il primo verbale riguardantie l'interrogatorio dei pm alla sindaca Raggi ruota tutto intorno alla figura di Luca Lanzalone, l'ex presidente di Acea ai domiciliari per corruzione. È arrivato "a dicembre 2016 o a gennaio 2017 - dice Raggi - sono stata io a chiedere a Fraccaro e Bonafede di potere parlare con lui ... ho pensato di avvalermi di Lanzalone anche per avere il suo supporto come consulente nell'affrontare questioni giuridiche inerenti il percorso per l'approvazione dello stadio... ha iniziato a svolgere un ruolo di consulenza giuridica alla parte pubblica da me rappresentata ed interna al mio partito".

Nel marzo dello scorso anno, la sindaca prova a regolarizzare quella posizione - "poiché la sua presenza era sempre più assidua, proposi di formalizzare l'accordo con un incarico di consulenza" . La risposta dell'avvocatira fu negativa: "Non poteva essere conferito alcun tipo di incarico, perché era ormai un fatto noto che Lanzalone collaborava con noi". Nemmeno a titolo gratuito, perché "avrebbe comportato al Lanzalone un vantaggio competitivo nella sua attività professionale".