rassegna stampa

«Fermate qui i pullman». Così gli ultrà del Milan hanno sferrato l’attacco

«Siamo stati minacciati e costretti a fermarci», raccontano gli autisti dei tre pullman. 71 tifosi rossoneri denunciati e sottoposti a Daspo

Redazione

Terminata la finale di Coppa Italia alcuni tifosi delMilan hanno deciso di prendersi una "pausa". Tre pullman carichi di tifosi rossoneri si trovano all'altezza del locale notturno Jet Lag. Secondo quanto raccontato dagli autisti, nonostante il divieto di fare soste non previste, sono stati «costretti a fermarsi». «Siamo stati minacciati e costretti a fermarci», hanno affermato.  I milanisti li hanno, quasi circondati urlando «dobbiamo fermarci», e loro hanno dovuto assecondarli.

Questa la ricostruzione de "Il Messaggero", che continua raccontando di come arrivati a questo punto, gli ultrà fanno irruzione nel lounge bar armati di spranghe e coltelli, spaccano quello che trovano e feriscono Gianluca Messineo, 27 anni, attore (il suo nome d’arte è Macrì)  e Alessandro Palmieri, 40 anni. I due vengono feriti a coltellate. I due vengono portati in ospedale, sono gravi ma non rischiano la vita. Gli ultrà scappano, ma vengono fermati dagli agenti del commissariato Aurelio. Un diciannovenne, Kevin Pirola, viene fermato. Secondo gli agenti della Digos sarebbe uno dei giovani che hanno tirato fuori il coltello.

Gli ultras scesi dai pullman erano 200 e sono stati tutti identificati dagli agenti della Digos, che ora dovranno scoprire chi è entrato nel locale e ha partecipato al raid. soprattutto gli investigatori dovranno ricostruire con le testimonianze e i filmati delle telecamere quali sono stati i ruoli. Per ora l’unico sospettato di avere usato il pugnale è il diciannovenne incensurato. Ma gli inquirenti sono certi che ci sono altri rossoneri coinvolti nell’aggressione ai due clienti.

 I tifosi fermati raccontano di essere scesi armati perché erano stati provocati: «Abbiamo sentito scossoni e botte sulla carrozzeria degli autobus». Ma è una versione che non convince gli inquirenti, secondo le testimonianze e alcuni dettagli che non coinciderebbero, non ci sarebbe stata nessuna provocazione.  Il raid serviva a «lasciare il segno», spiegano gli investigatori. Il bilancio per ora è di 71 denunciati, sottoposti a Daspo: la polizia ha sequestrato cacciaviti, bombe carta, petardi, bastoni e stupefacenti. Nulla di tutto questo è entrato nello stadio, grazie ai controlli.

(M. De Risi - P. Vuolo)