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La nuova Roma è simile a quella vecchia: ceduto solo Nainggolan tra i titolari, Di Francesco ora va sul sicuro

Redazione

Di Francesco, subito attento alla valutazione personalizzata dei 10 nuovi acquisti, come riporta Ugo Trani su Il Messaggero, guarda al suo gruppo storico. Perché la Roma che verrà non va pesata per i colpi a ripetizione di Monchi, ma per i giocatori che hanno permesso al club giallorosso di arrivare fino alla semifinale di Champions. In attesa che sboccino i giovani sbarcati a Trigoria, tocca a loro confermarsi e quindi dare garanzie all'allenatore. Perché lui e loro, dopo la stagione scorsa, sono una squadra. E insieme, con un anno di lavoro alle spalle, possono solo far meglio.

Stavolta un unico titolare è uscito dalla rosa: Nainggolan. È andato via anche Peres, la riserva di Florenzi e, se non si fosse fermato prima del via l'anno scorso (e con grave ricaduta, poi), di Karsdorp. In uscita pure Gerson, altalenante e ancora acerbo, e Defrel, poco utilizzato e spesso infortunato. Se non fosse per Nainggolan, chi è andato e chi saluterà non va certo a incidere sul rendimento della Roma.

La difesa è la stessa (e non dimentichiamo che solo quella della Juve ha preso meno gol: 24/28): Alisson, Florenzi, Manolas, Fazio e Kolarov. L'attacco pure: Under, Dzeko (Schick) e Perotti (El Shaarawy). Il centrocampo, invece, è quello che, perso Nainggolan, ha accolto i giocatori più pronti: Pastore e Cristante. Compatibili e differenti: la qualità del primo, la fisicità dell'altro. I giovani (non solo i nuovi), saranno i cambi nei ruoli più o meno delicati. Karsdorp e Luca Pellegrini, rispettivamente a destra e sinistra, saranno sotto esame durante il precampionato, Coric studierà alle spalle di De Rossi e Gonalons, Kluivert proverà a ribaltare ogni gerarchia a sinistra. Marcano, per l'esperienza, è la prima alternativa in mezzo alla difesa. Differenti le posizioni di Bianda e Santon: il centrale difensivo è da svezzare, l'esterno basso da riqualificare.

Il Liverpool, intanto, è pronto con l'offerta per Alisson: 60 milioni più 5 di bonus. E 6 milioni di ingaggio per il portiere. Gli intermediari, da ieri sera, stanno forzando i tempi. Anche il Chelsea, con Sarri in panchina, punta il brasiliano e sfida i Reds. La cessione del numero uno cambierebbe lo scenario: sicuro l'investimento in attacco (possibile addio anche di El Shaarawy). Pure Suso è nella lista che comprende il pallino (di Di Francesco) Berardi, probabile arrivo a prescindere da Alisson, il sogno (di Monchi) Chiesa e magari Forsberg o Malcom che intrigano sia il tecnico che il ds. Ancora da definire la base fissa dell'ingaggio di Florenzi: la fumata bianca è prevista a 2 milioni e 900 mila.