rassegna stampa

Emerson consulente esterno

Spalletti lo ha trasformato in un giocatore vero. Sta imparando a difendere, ha una buona corsa, un ottimo tiro, si trova sicuramente meglio come esterno di una difesa con tre centrali

Redazione

Quando lui stesso si definì un nuovo guerriero giallorosso, molti di noi a Emerson Palmieri lo hanno preso per un pazzo visionario, come scrive Alessandro Angeloni su Il Messaggero.

Classe ‘94, arrivato in prestito dal Santos dopo aver giocato solo nove partite nel Palermo, quando è sbarcato a Trigoria non aveva ancora il fisico per occupare un ruolo importante e mancante come quello di esterno sinistro.

Pian piano Spalletti lo ha trasformato in un giocatore vero, magari spingendolo troppo all’inizio (preliminare di Champions League), quando non era ancora pronto.  Sta imparando a difendere, ha una buona corsa, un ottimo tiro, si trova sicuramente meglio come esterno di una difesa con tre centrali. E’ in fase di miglioramento continuo: oggi è più sicuro, spavaldo, riesce a gestire i tempi offensivi da quelli difensivi, vince contrasti (35 palle recuperate nelle ultime 5 partite), crossa con regolarità, anche se assist veri e propri ancora non si vedono.

Nessuno lo ha «ammazzato», molti – tifosi compresi – lo hanno solo criticato e forse non hanno accettato/capito la scelta di Spalletti di forzare i tempi. Il ragazzo aveva qualità, forse bisognava solo aspettare un po’ di più e Spalletti lo aveva capito visto che, dalla seconda alla ottava giornata di campionato, il brasiliano è stato in panchina in cinque partite su sei (Cagliari, Sampdoria, Fiorentina, Torino e Inter) e la sesta (Crotone) l’ha giocata solo dieci minuti. Dal Napoli a gli è cambiata la vita: nove volte titolare su dodici gare, calcolando che una (Bologna) l’ha saltata per infortunio e in due occasioni (Palermo e Empoli) Spalletti lo ha schierato a destra.

Oggi Emerson, così vuole essere chiamato tralasciando l’italiano che è in lui, è diventato un punto di forza della Roma.