rassegna stampa

De Rossi & Gonalons, l’oro della Roma

Dal palleggio alla verticalizzazione: i due modi opposti di essere centrale. Di Francesco li utilizza in base alle esigenze tattiche

Redazione

Quello tra De Rossi e Gonalons è uno dei dualismi che fanno bene al calcio, in questo caso alla Roma. In questo cas o meglio parlare di alternanze, come scrive Alessandro Angeloni su Il Messaggero, perché Maxime e Daniele sono due calciatori che hanno in comune il ruolo, questo sì: centrale di centrocampo. Ma sono diversi nel modo di interpretarlo.

De Rossi negli ultimi anni è sempre stato abituato a giocare come uomo davanti alla difesa, una specie di difensore aggiunto. Molto abile a intervenire sulle traiettorie, sulle così dette linee di passaggio avversarie. Gonalons non è quasi nulla di tutto questo, ma di diverso e in più ha un po’ più di brillantezza atletica, essendo di sei anni più giovane. Sa pressare alto e verticalizza di più di Daniele. I due non possono giocare insieme, almeno per Di Francesco. O c’è uno o c’è l’altro, il tecnico lo ha più volte confermato.

Si tratta solo di capire quale sia il percorso nella testa di Eusebio: come deve essere la Roma da un punto di vista tattico? Sembra che il centrocampo abbia bisogno di maggiore verticalità e che la difesa debba stare meno schiacciata possibile. Questo a prescindere da chi dei due sarà in campo. Poi ovviamente ci sono le esigenze fisiche, il turnover, da questi elementi verrà individuato chi starà in mezzo al campo.

Ora c'è la trasferta a Torino, domani pomeriggio. De Rossi è stato in panchina allo Stamford Bridge, difficilmente bisserà con i granata. "Sto bene, ho la fiducia dell’allenatore", le parole di Maxime pochi giorni fa. Lui ci spera, ora come ora qualche chance in più ce l’ha.  Tra Torino, Crotone e Bologna lo rivedremo come titolare. Ora Di Francesco  può scegliere a seconda delle esigenze, sapendo di avere a disposizione due calciatori capaci di svolgere più ruoli. Il tecnico ora ha solo bisogno di rendere un po’ più simili, per non ritrovarsi in campo due volti della stessa Roma troppo diversi.