rassegna stampa

Da Taccola a Zaniolo, il romanismo è in Virtus Entella

LaPresse

Il presidente Gozzi: "Penso sia il punto più alto della storia del club. Andiamo a Roma per goderci lo spettacolo dell’Olimpico. Poi, mai dire mai""

Redazione

Ne ha vinte 9 su 14, partendo in ritardo di sei partite: doveva essere in B, invece gioca in C. Per mesi è stata ferma, in attesa di. Poi sì, si va in B, poi no. Lo strano caso dell’Entella è di domini o pubblico, fa quasi tenerezza, oltre che - come al solito - giurisprudenza, scrive Alessandro Angeloni su Il Messaggero.

La Virtus dell’Entella è di sentirsi piccola ma di sognare in grande: mostra ironia davanti a - come la definiscono ironicamente da Chiavari - un super avversario come la Roma.

Ecco, l’Entella, quella che aveva aperto le porte a Cassano, in uno di quei giorni in cui non smetteva di giocare. Ecco l’Entella, quella di Simone Benedetti, che è nato nell’aprile del ‘92 e il papà, Silvano, è arrivato alla Roma qualche mese dopo. Poteva nascere a Roma, ma è nato a Torino. Difensore era Silvano, difensore è Simone.

Ecco, l’Entella, che fu di Giuliano Taccola e del piccolo Zaniolo. Dall’uno all’altro, l’abbraccio di una vita di calcio. "Penso sia il punto più alto della storia del club. Andiamo a Roma per goderci lo spettacolo dell’Olimpico, per goderci l’emozione dell’Entella con una squadra di Serie A. Poi, mai dire mai", l’auspicio e il realismo di Antonio Gozzi, presidentissimo dell’Entella dal 2007.