rassegna stampa

Da Stekelenburg ad Alisson, la porta è diventata girevole

Dal 2011 ad oggi è sistematicamente cambiato il portiere: De Sanctis e Szczesny i più longevi, Goicoechea il flop

Redazione

La porta della Roma è un cancello automatico: entra ed esci. Da Luis Enrique, prima ora americana, a Eusebio Di Francesco, i portieri non trovano pace, tranne Lobont. Morgan De Sanctis e Wojciech Szczesny i titolari più “longevi”, con il secondo mai di proprietà della Roma, come scrive Alessandro Angeloni su Il Messaggero.

Si era partiti con le buone intenzioni ai tempi di Luis Enrique: Sabatini acquista il portiere della nazionale olandese, Maarten Stekelenburg. Un portierone, a detta degli esperti, ma l’olandese si perde subito, anche per la tremenda botta in testa rimediata da Lucio durante un’Inter-Roma di inizio campionato. Anno dopo, ecco Zdenek Zeman, che sui portieri ha sempre avuto idee particolari. La Roma tiene Stek e Zdenek chiede/pretende Mauro Goicoechea, uruguaiano sconosciuto ai più. Che poi lo tradirà con una paperona nella partita che ha sancito l’esonero del boemo, Roma-Cagliari.  Andreazzoli poi (sostituto di Zeman) pian piano si libera di Stek e Goicoechea e punta sul vecchio Lobont, schierato pure nella finale di Coppa Italia contro la Lazio. Confusione all’inizio e confusione alla fine. Un’annataccia.

Ecco Garcia, che vuole De Sanctis, esperto e caratteriale: due anni fatti bene per poi ricominciare dal via. Alle spalle ha Skorupski, mentre in ritiro a Riscone, prima del suo arrivo, c’è anche Julio Sergio (oltre a Lobont), agli sgoccioli in giallorosso (dopo un anno in prestito a Lecce). Il secondo anno di Garcia parte male con De Sanctis, reduce da un intervento al gomito. Rudi ogni tanto fa giocare Skorupski in nome del turnover. Il polacco cresce bene ma la Roma ci crede poco e lo gira l’anno dopo all’Empoli, chiamando Szczesny, che non trova spazio all’Arsenal.

Con Spalletti (2016-2017) la Roma punta forte su Szczesny per volontà del tecnico,ma la società già ha acquistato Alisson (che ora sta pure per diventare comunitario) che è l’investimento che finisce in panchina, gioca solo le coppe (15 presenze in tutto), Szczesny è l’uomo di Lucio. Quest’anno tocca a Alisson. Manca ancora un secondo “vero”, ma si sa già il nome del terzo: Lobont.