rassegna stampa

C’eravamo tanto odiati

Dall'odiata Lazio ai vari nemici sul campo e sugli spalti. Per Francesco non è sempre stata rose e fiori

Redazione

Per Totti in carriera non sono sempre state rose e fiori. Spesso s'è ritrovato a giocare contro chi lo considerava un simulatore, un bullo, uno che, in quanto romano, ha solo difetti. Lui oggi ricorda tutto e qualche ferita non si è rimarginata. Spesso il nemico sono stati gli avversari ma, a volte, le critiche sono arrivate anche da casa sua: a volte Totti si è scontrato con i tifosi, altre si è difeso dagli allenatori. Se non ci fosse il nemico, non si apprezzerebbe la bellezza dell'amico. La bellezza dell'amico Capello che, ai tempi, gli rimproverava di essere solo un capitano in grado di portare il gagliardetto. Ma poi con Fabio ha vinto lo scudetto, nonostante la nottata di Napoli, chi vuole ricordare, ricordi.

Il nemico per eccellenza però resta sempre la Lazio. Anche Nesta, da amico, era diventato nemico, complice quella maglia al derby esposta alla sua prima vittoria contro i biancocelesti. Come lui, racconta Alessandro Angeloni a Il Messaggero, DiCanio, avversario dentro e fuori dal campo. E così via tanti altri che, nelle varia tv, si sono fatti pubblicità disprezzandolo. Anche Rizzoli è stato un grande nemico, per quel ripetuto vaffa, pagato per lungo tempo. Da un arbitro a un altro, Moreno. Anche lì s'è beccato del coatto, ma poi tutti hanno capito chi era Moreno. Come tanti giocatori si sono resi conto chi fosse Poulsen, anche se Totti, con quello sputo ha fatto da apripista condannato alla gogna. Totti avrebbe voluto dare un bel calcione a tutto e tutti. S'è sfogato solo con Balotelli, che s'è preso una bella pedata nel sedere. Errore, ma forse ne ha voluto colpire uno per educarne di più.