rassegna stampa

Antimafia-Figc, scontro sulla Juve

Il direttore generale della Federcalcio Michele Uva: "L'Antimafia sta facendo un processo molto mediatico e questo non fa bene né al calcio, né tanto meno all'Italia". Dalla Commissione: "Basta con questo vittimismo"

Redazione

Il direttore generale della Federcalcio, Michele Uva, attacca senza mezzi termini il lavoro della Commissione parlamentare che sta indagando sulle presunte connivenze tra il mondo della criminalità organizzata e le curve e che ha acceso i riflettori sul rapporto tra la società Juventus e Rocco Dominello: "L'Antimafia sta facendo un processo molto mediatico e questo non fa bene né al calcio, né tanto meno all'Italia".

"Basta con questo vittimismo", replicano dalla Commissione. Ci sono diverse intercettazioni in cui , come scrivono Emilio Pucci e Ugo Trani su Il Messaggero, si evince che il presidente della Juve Andrea Agnelli fosse a conoscenza della provenienza dell'ultrà, figlio di un esponente della ndrangheta, al quale erano stati affidati il controllo della curva e la gestione dei biglietti. La stessa Juve è stata deferita dalla procura federale. "Mi sembra - osserva Uva - che si stia alzando troppo il volume su una cosa banale e penso che i problemi dell'Italia e della commissione Antimafia dovrebbero essere rivolti verso attività ben diverse da quelle dei biglietti ad una curva. Sulla Juve c'è un procedimento sportivo che in piena autonomia concluderà il suo iter: se è stata violata qualche norma, si vedrà".

Spiazzato il presidente Tavecchio, irritato il procuratore federale Pecoraro. Ieri, però, una novità: il rapporto tra la Juve e Dominello nasce - stando ad alcune intercettazioni agli atti - a seguito delle richieste dell'allora tecnico bianconero Antonio Conte di «gestire la curva», come evidenziato in una telefonata del 5 agosto 2016 tra Andrea Agnelli e Chiappero.

La risposta di Rosy Bindi: "Preoccupa che il direttore generale della Federcalcio ritenga che ciò di cui ci stiamo occupando non sia una cosa seria. Ciò che fa male all'Italia sono le mafie, anche quando si infiltrano nello sport, e la sottovalutazione di questo fenomeno".

Lo scontro che vede al centro dell'inchiesta anche il security manager della Juve, D'Angelo, e l'ex direttore generale, Calvo, si fa sempre più acceso. Sono loro in una conversazione telefonica a dire di aver fatto un'apposita ricerca su internet per capire chi fosse Dominello. E a parlare di lui con Agnelli, che ammette: "Lo vedevo ogni sei mesi...".

"Se il Dg della Federcalcio - dice il vicepresidente della Commissione, Claudio Fava - definisce una cosa banale un'inchiesta penale sulle infiltrazioni della ndrangheta nel circuito del tifo organizzato c'è da essere preoccupati. Se poi si chiede alla commissione Antimafia di occuparsi d'altro c'è da essere anche imbarazzati".