rassegna stampa

Aleksandar l’insostituibile: “Per me conta solo vincere”

Come a Bergamo anche a Trino i tre punti arrivano grazie ad una punizione del serbo

Redazione

Come a Bergamo, ma stavolta l'ha calciata con la palla alta. Kolarov contro l’amico Mihajlovic, l’ha messa sotto la traversa, con Sirugu a volare ma senza poterla toccare. Alla fine, cambia poco: tre punti lì, tre punti qui. Due punizioni, l’unico in A a segnarle.

Il sinistro si sente, lo sguardo mette paura. "Sono qui da tre mesi, sembrano due anni", così parlò il serbo a fine partita. Ha sempre giocato, tutte le partite, tranne lo spezzone finale contro l’Udinese (17 minuti). Ogni tanto deve pure rifiatare, specie ora che non ha il sostituto. Emerson è in ripresa ma non recuperato, e per fortuna che c’è Aleksandar.

L’uomo che fa gol e non sorride. Ma che si scioglie nell’abbraccio a Tomei, il vice di Di Francesco. Lui e i suoi compagni, proprio dopo quel gol alla Mihajlovic. "Sinisa era il mio idolo da piccolo e ci tenevo a segnare contro di lui ma sono contento soprattutto per la vittoria. Alla mia età non guardo ai gol che faccio, per me conta vincere. Contro il Toro abbiamo fatto il nostro dovere, ora bisogna continuare a portare a casa i tre punti, abbiamo due partite in casa da sfruttare. Ma non parliamo di scudetto, siamo solo a ottobre. Stanchi dopo Chelsea? Sì, è normale, il Torino veniva da due pareggi e ci teneva a vincere"