rassegna stampa

Mamma Fiorella, papà Enzo: “Vi raccontiamo il nostro Francesco”

Il Corriere dello Sport in edicola oggi compie un viaggio nel mondo di Francesco Totti. Quello che in oltre venti anni non ha mai svelato.

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Il Corriere dello Sport in edicola oggi compie un viaggio nel mondo di Francesco Totti. Quello che in oltre venti anni non ha mai svelato. Un panoramica intorno alle  persone che ruotano nella sua vita hanno scelto il suo stesso profilo. Gente semplice, che non ha mai cercato di finire nel fascio di luce che illumina il campione. Si prova a raccontarvi l’uomo che si cela dietro al fuoriclasse. Attraverso le testimonianze dei genitori, del fratello, degli amici di sempre.

LA SIGNORA BIONDA CON LA RITMO VERDE  - Per i giornalisti che hanno seguito Francesco sin dai suoi primi passi a Trigoria è sempre mamma Fiorella. Era lei deputata ad accompagnare Francesco agli allenamenti. Aspettava in macchina. Con il freddo, la pioggia, sotto al sole. Qualche volta ingannava l’attesa parlando con i vecchi custodi del centro sportivo giallorosso, Tonino e Antonio. Preparava i riassunti delle lezioni che Francesco doveva studiare quando andava a scuola e che ripeteva durante il tragitto da casa a Trigoria. Oggi quel bambino è diventato uomo, ma il senso protettivo di madre è rimasto intatto: «Provo una grande gioia con la riservatezza di sempre. Noi della famiglia ce lo godiamo, Francesco è un figlio d’oro. E’ rimasto umile, credo che qualcosa con lui ho seminato. E’ sempre stato al suo posto, misurato. Io prego per la gente che mi vuole bene e quella che mi vuole male, prego sempre. Ma non devono toccarmi i miei figli, i miei nipoti. Sono cinque, li adoro».

Conta di tornare all’Olimpico per vedere Francesco contro il Napoli. Nelle ultime partite è rimasta a casa. «Mi ha fatto cadere Rudi, il cane che mi ha regalato Francesco. Due costole rotte. Mi sono persa il derby. Ma contro il Napoli voglio andare. Ho il mio posto, da anni. Un rituale, con gli amici di sempre: Monica, Antonella, mio cugino. Da venti anni è sempre così. Tutti ci godiamo questo momento. Francesco è venuto a trovarci domenica con i figli. Ma già la sera dopo la partita contro l’Inter mi ha chiamato. Ci siamo raccontati un po’ di cose in confidenza, era felicissimo. Francesco oggi ha la sua splendida famiglia, l’amore di una donna meravigliosa, due bambini fantastici. E lui sa che noi ci siamo sempre. Io, il padre, il fratello. Dietro le quinte, ma se ha bisogno può contare su di noi. Siamo rimasti molto uniti. Lui è rimasto il ragazzo semplice, di quando andavamo insieme al Bambino Gesù e non sapeva niente nessuno. Con il matrimonio ha la sua famiglia, ma non ha dimenticato gli insegnamenti. Adesso si parla tanto del suo ritorno in Nazionale per il Mondiale. Ma lui ha già detto basta e ama troppo la famiglia, i bambini. Sta cambiando casa, tra poco comincerà il trasloco, sta portando le prime cose. Francesco a casa ha tre palloni d’oro, la moglie e i due figli. Io gli consiglierei di non andare. Noi abbiamo trasmesso a Francesco certi valori, sin da piccolo. Oggi spesso i genitori sono la rovina dei bambini che si avvicinano al mondo del calcio. Gli danno pressioni e contribuiscono a fargli montare la testa. Francesco con il figlio Cristian è severo, se serve. Se deve metterlo in punizione non lo manda all’allenamento. Il bambino ci rimane male perchè il pallone per lui è tutto. Tra poco Cristian compirà otto anni, il padre lo segue molto. Sono felice perchè vedo che Francesco è sereno. Sta bene con i compagni, stima molto l’allenatore. Ma non dimentichiamo Zeman, che è stato fondamentale per la sua crescita. Francesco è maturato molto, ha trovato una persona come Ilary che lo ha capito. L’altra sera in televisione ha detto che gioca bene perchè è libero di testa. Va in campo lasciando fuori tutte le sue preoccupazioni. E’ tranquillo e gli riesce tutto».

LO SCERIFFO SENZA PISTOLA - - Il padre Enzo non si perde una partita del figlio. Però a Milano non c’era, è andato Riccardo, l’altro figlio. «Ma dalla prossima trasferta ci sarò». Viaggia sempre in macchina con un gruppo di amici storici, non ama prendere l’aereo. «Sono contento, ma non stupito dal rendimento di Francesco. Sono convinto che può reggere a questi livelli fino a 40 anni. Quest’anno mi sa che ci divertiremo con la Roma... Speriamo di andare avanti così. L’allenatore è bravo, una persona semplice. Francesco si trova bene. E spesso vado a vedere anche Cristian quando si allena. Sta imparando, ha qualcosa del padre, calcia molto forte di destro e comincia a fare le finte. In certi movimenti rivedo Francesco, ma è ancora presto per dirlo».

IL FRATELLO PROCURATORE -  - Riccardo, fratello più grande di cinque anni, da dieci anni gestisce la Number Ten, la società che cura gli interessi di Francesco, è presidente della Scuola calcio alla Longarina, intitolata a Totti, con sede e campi da gioco in un centro sportivo all’Axa acquistato una decina di anni fa da Angelo Orazi, ex calciatore della Roma degli anni Settanta. Riccardo risulta essere soprattutto il procuratore del fratello. Del quale non riesce ancora a individuare i limiti. «Francesco sta bene, si vede che si diverte quando va in campo. Ha grandi motivazioni ed è sempre stato così, non conta il rinnovo del contratto. La giocata che ha fatto in occasione del terzo gol a San Siro per lui è una cosa normale. Non mi meraviglio di niente con lui, eppure la gente si aspetta sempre tanto da Francesco, sempre oltre la normalità».

Giocherà fino a quarant’anni, con l’obiettivo di raggiungere Piola: «Lui ci crede, anche se Piola continua a segnare...», dice Riccardo facendo riferimento ai 16 gol in più del campionato 45-46 che la Federazione vorrebbe assegnare a Piola. E aggiunge: «C’è un solo modo per essere sicuri che Francesco superi quel record: fargli il contratto fino a 50 anni. Se continua così può farcela».

La vittoria contro l’Inter fa sognare lo scudetto ai tifosi: «La Roma negli ultimi anni ha giocato bene e vinto spesso a Milano. Anche con Zeman. Ma quest’anno ci sono giocatori di esperienza, se capita l’occasione giusta la Roma si farà trovare preparata».

Riccardo è il presidente della scuola calcio dove muove i primi passi Cristian, il figlio di Francesco: «Promette bene. Lavoriamo per il futuro, non possiamo mica finire così con Totti...».

PARRUCCHIERI PER AMICI  - Da venti anni Francesco Totti si taglia i capelli da Caos, alla Montagnola, di Luciano Bellotti e Giorgio Lavorato. E’ nato un rapporto di amicizia molto solido, Francesco passa da loro anche solo per salutarli. Porta anche i figli a tagliarsi i capelli lì e qualche volta va anche Ilary per la messa in piega. Luciano a volte è andato in ritiro a tagliare i capelli a tutti i giocatori e ha seguito Totti anche al Mondiale: «Questo è uno dei momenti più belli della carriera di Francesco e della storia recente della Roma. Lo vedo sempre più in forma, è un esemplare unico. Non ce ne sono altri di giocatori come lui. Se i compagni imparano a capirlo meglio farà segnare tutti. Venerdì era venuto a farsi dare un’aggiustatina ai capelli. Si sentiva bene, era molto ottimista per Milano».

La longevità calcistica di Francesco non è una sorpresa neanche per lui:«Gli riesce tutto naturale perchè gli piace quello che fa. Sarà drammatico quando dovrà smettere. Non contano i soldi, lui continuerebbe a giocare anche dopo i 40 anni per passione. Meriterebbe un pallone d’oro alla carriera». Intanto si parla di un ritorno in Nazionale: «Gliel’ho chiesto anche recentemente, ma Francesco non si sbilancia. Io sarei contento se tornasse. Le partite dell’Italia con lui in campo le vedrei più volentieri».

L’AMICO DI SAN GIOVANNI -   Giancarlo Pantano ha fatto il calciatore fino a poco tempo fa, è l’amico inseparabile di Francesco, da quando ragazzini si incrociavano nel quartiere: «Io stavo a via Acaia e lui a Porta Metronia, lo conosco da 35 anni e abbiamo anche fatto il militare insieme. Sono felice per lui, sta bene fisicamente. Molti grandi calciatori non hanno avuto la sua costanza e hanno smesso molto prima. Negli ultimi due anni Francesco ha fatto vedere cosa significa essere un grande campione anche quando sei avanti con gli anni. Per avere questo rendimento si sacrifica molto. Da tre anni mantiene un peso forma ottimale, anche fisicamente è al top, al di là dei mezzi tecnici che madre natura gli ha donato. Ha messo la carriera sempre al primo posto: non ha mai fatto vita mondana, non ha mai bevuto, è sempre attento all’alimentazione. Per giocare a certi livelli a 37 anni devi rinunciare a qualcosa».

IL CUGINO INSEPARABILE -  - Con Angelo Marozzini è cresciuto insieme. Cugini di primo grado, li separano solo dieci mesi. Qualche anno fa Angelo ha avuto un grave incidente stradale e Francesco gli è stato vicino come un fratello:«Nessuno se lo aspettava che potesse giocare a questi livelli a 37 anni, forse neanche lui. Sembra un ragazzino di 20. Abbiamo mantenuto questo rapporto fraterno da quando eravamo piccoli. Sono andato a vederlo a Milano, l’ho sentito subito dopo, era contento. Si trova bene con i compagni e con questo allenatore è sereno. Mi piacerebbe rivederlo in Nazionale. Vuole continuare a giocare e per raggiungere Piola lo farebbe anche gratis».