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rassegna stampa roma

Per Spalletti addio vicino

All’annosa battaglia contro i media, ora si aggiungono sassolini che escono autonomamente dalle scarpe sul club e considerazioni sulla tifoseria

Redazione

Al netto della vittoria di un trofeo, se addio sarà quello a fine stagione di Luciano Spalletti, non bisognerà chiedersi molti perché. Nel post-gara di Palermo c’è racchiuso un po’ tutto il pensiero del tecnico. Che dopo aver agito per molto tempo come parafulmine in vari settori, ha mollato la presa. Qualcosa è cambiato. Basta fare un collage e le risposte arrivano da sole, scrive Stefano Carina su "Tuttosport": 1) «Con i tifosi della Roma è bene essere chiari, un anno fa quando mi chiamarono in una situazione di difficoltà, accettai molte situazioni già imbastite. Avevamo problemi a fare mercato. Sono partiti Digne, Pjanic e Gervinho. Non si è mai parlato di strategie, il secondo anno di contratto era stato messo lì per dare l’idea ai calciatori che ci sarebbe stato un seguito». 2) «Se perdo altre due gare, non finisco nemmeno questa stagione perché mi mandano via. Le cose cambiano velocemente, quindi gli ho fatto un favore a non rinnovare, me lo devo meritare». 3) «Se ho fatto turnover dopo le considerazioni del presidente? Non mi faccio impressionare dalle sue parole, anzi preferirei che fosse più presente». 4) «Col Lione sarebbe fondamentale ritrovare 60 mila persone. Non ho mai capito perché i nostri tifosi si siano messi a sfidare chi ha creato loro difficoltà. Così hanno complicato la vita a noi».

All’annosa battaglia contro i media, ora si aggiungono sassolini che escono autonomamente dalle scarpe sul club e considerazioni sulla tifoseria. Chissà se basterà l’arrivo di Pallotta, atteso giovedì a Roma, per ritrovare la sintonia perduta. Ieri il presidente ha provato ulteriormente a distendere gli animi: «Ha ragione Luciano, dovrei essere più presente ma sono impegnato con la questione dello stadio». La sensazione sempre più diffusa è che per convincere Spalletti a restare, servirà molto di più.