rassegna stampa roma

Stadio «irraggiungibile». I timori di ambientalisti e Regione Lazio

II taglio delle opere pubbliche concesso dalla sindaca Virginia Raggi rischia infatti di mandare definitivamente in tilt un'area della città già pesantemente congestionata dal traffico

Redazione

ll fischio di inizio della prima partita nel nuovo stadio della Roma a Tor di Valle è fissato per il 2020. Resta da capire se quel giorno i tifosi potranno sostenere la propria squadra del cuore dagli spalti oppure no, scrive Della Croce su "Il Manifesto". Come sarà possibile raggiungere il nuovo impianto è infatti uno dei punti ancora da chiarire dell'accordo siglato la scorsa sera in Campidoglio. II taglio delle opere pubbliche concesso dalla sindaca Virginia Raggi rischia infatti di mandare definitivamente in tilt un'area della città già pesantemente congestionata dal traffico.

Un particolare che preoccupa anche la regione Lazio. "Mentre è stato detto chiaramente che le attuali cubature saranno ridotte in modo significativo - ha detto l'assessore regionale Michele Civita annunciando controlli - non si conoscono a oggi le opere e le cubature che l'accordo reputa indispensabili per garantire la mobilità sia pubblica che privata, i miglioramento dell'ambiente e della qualità urbana, decisivi per lo sviluppo sostenibile di ouel auadrante della città".

Secondo quanto si è appreso, infatti, il piano di opere pubbliche dovrebbe essere realizzato in due fasi. Le opere propedeutiche allo stadio, e quindi da realizzare subito, sarebbero il potenziamento della Roma-Lido, gli interventi sulla via del Mare e la messa in sicurezza idrogeologica del fosso di Vallerano, nell'area di Decima. In seguito, ma non è specificato quando, dovrebbero essere realizzati il ponte aggiuntivo sul Tevere e la bretelle sulla Roma Fiumicino. Salta il prolungamento della metropolitana B. Resta in piedi la farsa del raddoppio della via del Mare, solo per il breve tratto iniziale, che aumenterà l'effetto imbuto gravando pesantemente sulla viabilità, ha spiegato ieri l'urbanista Raimondo Grassi: "Quanto alla stazione di Tor di Valle anche qui si prendono in giro i romani: la stazione già esiste ed è attualmente oggetto di riqualificazione". Preoccupazioni espresse ieri anche da Legambiente, per niente convinta dell'area scelta per realizzare l'opera. «Rimarrà irraggiungibile con la metropolitana, visto che il progetto sembra finanziare solo la riqualificazione della stazione di Tor di Valle, ma continueranno a passare solo i vecchi treni di una linea che funziona malissimo e non emerge alcun finanziamento pubblico che preveda il potenziamento della linea», ha spiegato il vicepresidente nazionale Edoardo Zanchini.

(M. Della Croce - Il Manifesto)