rassegna stampa roma

Spalletti e l’onore negato a Totti: il logorio del romanista moderno

Giallini: "Il toscano avrebbe dovuto alleggerirsi un po’ invece di andare sempre in tv a fare il coatto". Brusco: "Hanno sbagliato tutti, ma Francesco lo ha fatto per passione"

Redazione

Ho visto le sue magliette in Africa e in Groenlandia: Francesco Totti è Roma ed è il calcio”. Parola dell'attore romano e romanista Marco Giallini, che prosegue: “Da ragazzino non so quante ne ho dette a Maradona. Ma quando un fuoriclasse è al passo d’addio i fischi si trasformano in applausi: vale per chiunque abbia un po’di testa e di cuore. San Siro voleva concedere un tributo a un grande avversario, mi pare una cosa bella. Quanto accaduto domenica sera a Milano è una questione personale tra Totti e Spalletti”. All’83esimo minuto, con la Roma in vantaggio 3 a 1 sul Milan, l’allenatore ha negato l’ingresso al capitano, omaggiato dai sostenitori rossoneri con uno striscione. L’affronto ha monopolizzato il dibattito pubblico della capitale nelle ultime 24 ore, sottolinea Falcini su "Il Fatto Quotidiano". I romanisti si dividono: quelli che amano Totti e non sopportano Spalletti e quelli che amano Totti e stima(va)no Spalletti.

Giallini appartiene a questi ultimi. “È un grande allenatore, ma qui ci sono in ballo dei sentimenti. Tra i due, la Roma sarà per sempre la squadra di Francesco. Per gestire una persona con quella classe e quel carattere devi entrare in empatia con lui, Spalletti avrebbe dovuto alleggerirsi un po’ invece di andare sempre in tv a fare il coatto”. Il tifo giallorosso è logorato“Spalletti ha provato a fare passare il messaggio per cui se la Roma non vince è colpa di Totti: è quanto di più ingiusto, livoroso e invidioso. Un vergognoso ribaltamento della realtà: se Totti fosse andato via da Roma avrebbe vinto più Palloni d’oro di Cristiano Ronaldo” commenta Antonio Pennacchi, scrittore e tifoso giallorosso.

L’atteggiamento della società non aiuta a lenire il senso di smarrimento degli appassionati. “In questa vicenda ci sono tre protagonisti: Spalletti, un professionista che stimo molto, Totti, la persona che mi ha regalato più gioie nella vita, familiari esclusi, e il presidente. Hanno sbagliato tutti e tre, ma Francesco lo ha fatto per seguire la sua passione” commenta il musicista Brusco. È l’autore di AS Roma, divenuta l’inno dello scudetto del 2001. Venerdì uscirà il singolo Una bella giornata come oggi, il cui ritornello recita “Il sole in cielo splende come Totti”. C’è un po’di rassegnazione: quell’altalena di sentimenti che è da sempre il tifo giallorosso pende verso terra. “Spalletti se ne andrà e Totti farà un altro lavoro. Ho amici che non fanno che piangere, personalmente ritengo che questa fine fatta di panchine e musi lunghi renda un po’ meno traumatico l’addio” dice Giallini.

Qualche tempo fa invitai Totti a chiudere la carriera nella mia Latina, ma ora siamo retrocessi in Lega Pro” conclude Antonio Pennacchi.I miei antenati vengono da Ferrara e allora rilancio: come Scipione l’Africano, abbandoni Roma e vada alla Spal. L’ingrata Patria non merita i suoi ultimi gol. E vediamo dove andrà a vincere Spalletti”.

(Il Fatto Quotidiano - D. Falcini)