rassegna stampa roma

Nicolò, pagato dalla Roma per giocare alla Playstation

Ci sono ragazzi che hanno trasformato il videogame Fifa in una professione a tempo pieno: i club (veri) li ingaggiano per disputare tornei (virtuali) in giro per il mondo. Ora li trasmettono anche in televisione

Redazione

Nicolò Mirra è uno dei giocatori di Fifa più temuti del ranking internazionale. È nato a Milano 23 anni fa ed è un professionista degli eSports, le competizioni per gli appassionati di videogiochi. Un mese fa la Roma ha annunciato il suo tesseramento: con l’americano Aman Seddiqi (1994) e il britannico Sam Carmody (1999) comporrà il team della società. Per la prima volta quest’anno si terrà l’atteso Mondiale per club. La Roma spera di esserci con i suoi ragazzi, che d’ora in poi scenderanno in campo con la Lupa sul petto.

L’obiettivo dell’operazione è piuttosto avvicinare al brand Roma le nuove generazioni negli Stati Uniti e in Asia, dove, in un ribaltamento per noi del tutto inedito, il primo contatto con lo sport non di rado è virtuale. “All’estero ci sono ragazzi che guadagnano fino a un milione di dollari al mese e facoltà universitarie dedicate agli sport elettronici, la finale del campionato mondiale di League of Legends (gioco online di strategia, ndr) contende al Super Bowl il record di spettatori” spiega Nicolò.

Ma come si diventa Nicolò Mirra?Gioco a Fifa da sempre, dal 2015 in maniera più competitiva. Ho iniziato a vincere i primi tornei e a lavorare sugli sponsor e sulla mia immagine. Non gioco mai troppe ore consecutive, perché dopo un po’ la concentrazione cala. Riguardo frame per frame i match per imparare dagli errori, curo le tattiche di gara nei minimi dettagli” dice Nicolò, che studia informatica all‘Università di Milano ed evita di giocare la notte “per non adottare uno stile di vita poco sano”. È tutta una questione di testa. “Lavoro con un mental coach, che mi ha insegnato i trucchi per mantenere la calma anche quando errori indipendenti da te minano il tuo piano partita. La differenza tra me e i non professionisti sta nella serietà con cui affronto ogni aspetto del gioco".

(Il Fatto Quotidiano - D. Falcini)