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Lo stadio rimandato a settembre: senza ponte sul Tevere salta tutto

Il futuro di Tor di Valle ruota ormai tutto intorno a un elemento, dopo che dal governo è arrivata una netta bocciatura sulla mobilità

Redazione

A settembre la Regione Lazio convocherà una nuova conferenza dei servizi: 180 giorni (al massimo) per decidere se il nuovo stadio della Roma s’ha da fare o meno. Comune e proponenti, legati ormai a doppio filo dopo l’accordo stretto in Campidoglio a febbraio, si giocano tutto sulla viabilità: dovranno dimostrare che un solo ponte sul Tevere (quello dei Congressi) sia sufficiente. E garantire la sua realizzazione, come scrive Vendemiale su Il Fatto Quotidiano.

Il ragionamento del ministero dei Trasporti è chiaro: l’area ha già problemi di traffico, il ponte dei Congressi non è alternativo a quello di Traiano (che l’amministrazione M5S ha deciso di tagliare) e comunque non può essere dato per scontato, visto che si tratta di un progetto autonomo. La conferenza dei servizi potrebbe avere lo stesso un esito positivo, ma sembra difficile che la Regione si prenda una simile responsabilità.

Risultato: lo stadio è di nuovo in bilico. E non si tratta di una prescrizione come tante, ma di una variante strutturale del progetto, da 90 e passa milioni di euro: tutto l’accordo tra Comune e società poggia sull’eliminazione del ponte di Traiano, da cui viene la quasi totalità dei milioni di euro di opere pubbliche risparmiati per sforbiciare le cubature di cemento (come voleva il M5S).

Ridiscutere il dossier non è neppure un’opzione, così in Campidoglio puntano a superare il rilievo con uno studio di fattibilità: anche in Comune, però, sono consapevoli che almeno un ponte sul Tevere sia indispensabile per servire la zona. .