rassegna stampa roma

Il derby Roma-Lazio su stadi e investimenti rilancia la Capitale

I due club, attraverso i loro progetti, provano a valorizzare una città in difficoltà

Redazione

Sono passati quasi 18 anni dall'ultimo biennio vincente per le squadre della Capitale. Nel 2001, infatti, la Roma di Fabio Capello scucì lo scudetto alla Lazio di Cragnotti andando a confermare una superiorità che andava anche oltre il semplice argomento calcistico. Da quel 17 giugno è passata molta acqua sotto i ponti di Roma. Oggi la città vive un momento di crisi generale che coinvolge, ovviamente, anche lo sport.

Dopo vari interventi nel progetto originale, è finalmente arrivato il via libera per la costruzione del nuovo stadio dei giallorossi ma, nel frattempo, è cambiato anche il consumo del prodotto calcistico. Gli stadi sono sempre più vuoti e il Paese è sempre più distaccato da quello che, a tutti gli effetti, resta la pratica sportiva più diffusa. Nella Capitale il derby si respira 365 giorni l'anno. I due modelli societari sono completamente opposti. Da un lato, quello giallorosso, abbiamo un businessman statunitense che ha come obiettivo quello di valorizzare il brand Roma anche attraverso un impianto di proprietà da 55mila posti, dall'altro troviamo un imprenditore che non fa mai il passo più lungo della gamba ma che ha portato i conti della Lazio ad un utile di 11,4 milioni di euro nei conti del 2017.

Sottolinea Pallotta al Sole 24 Ore: "Con la Roma abbiamo subito intravisto un'opportunità unica nel riuscire a sviluppare un brand sportivo a livello mondiale. Il nuovo stadio contribuirà a portare ulteriori investimenti e creerà migliaia di posti di lavoro. Roma e l'Italia sono aperti agli investimenti". Gli obiettivi del club giallorosso sono quelli di ripagare le spese con i ricavi dello stadio, così da riportare sotto il 40% la quota che dipende dai diritti Tv. I modelli sono quelli di Londra e Los Angeles, ovvero una area commerciale da affiancare allo stadio stesso. Adesso, inoltre, è partita la ricerca al nuovo sponsor: si punta ad un ricavo di 20 milioni l'anno sul decennio.

"Gli stadi di proprietà sono l'unica risposta possibile alla crisi del caldo e diventano una risposta possibilealla crisi della città". Parole e musica di Claudio Lotito, pronto a ritirare fuori il progetto, risalente al 2005, dello Stadio delle Aquile. Una struttura da 40mila posti da costruire sulla via Tiberina con una cittadella dello sport pensata anche per baseball, rugby e nuoto, ma soprattutto, anche qui, con una sostanziosa parte commerciale. A sostenere i progetti dei due club c'è Filippo Tortoriello, presidente di Unindustria: "L'impatto economico diretto del nuovo stadio dell'As Roma è scritto nei numeri: 1,3 miliardi di investimento, 250 milioni di euro di opere pubbliche e 4 mila occupati per i lavori di realizzazione sono un importante contributo all'economia della città. Adesso tocca alla Ss Lazio e bisogna procedere spediti nella realizzazione dell'hub dello Sport tra l'Olimpico e il Flaminio che il ministro Calenda ha inserito nel nuovo piano industriale per la Capitale. Avanti con lo sport: sarà una vittoria per Roma".

Per richiamare spettatori, tifosi e turisti allo stadio, le vie da utilizzare sono moltepici. Se la Roma statunitense usa i social ed è molto digitale ( sull'ultima partita di Totti, che ha prodotto fiumi di tweet e post, la società di Zuckerberg ha aperto un business case), la Lazio si muove più per vie classiche con una mostra sui 118 anni di storia da inaugurare a fine estate.