rassegna stampa roma

I cori della discordia, Gabrielli: “Sospensione partite? Decidiamo noi, non gli arbitri”

Il capo della Polizia stoppa le polemiche nate a più riprese dopo i cori razzisti e lancia un messaggio cristallino e fermissimo al mondo del calcio italiano

Redazione

Franco Gabrielli mette le cose in chiaro: "Solo chi ha la responsabilità dell'ordine pubblico e della sicurezza può sospendere una partita di calcio e prendere la decisione finale". Il capo della Polizia stoppa le polemiche nate a più riprese dopo i cori razzisti contro Koulibaly in Inter-Napoli dello scorso 26 dicembre e lancia un messaggio cristallino e fermissimo al mondo del calcio italiano: "Non voglio svilire il ruolo di un arbitro a cui competono le decisioni di natura sportiva, ma sospendere una partita può causare conseguenze di gestione, come sul deflusso di migliaia di persone. Le norme ci sono e parlano chiaro".

L'ex prefetto di Roma ha avuto parole nette anche per Carlo Ancelotti, il tecnico del Napoli che per primo ha reso noto di voler fermare la propria squadra se ascolterà altri cori razzisti. "Ognuno è libero di assumere le iniziative che crede, ma a ogni azione corrisponde una conseguenza. Rispetto l'allenatore, ma non tocca a lui decidere".

A Gabrielli ha fatto eco Giancarlo Giorgetti sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega allo sport, intervenuto con lui a un convegno sulla sicurezza degli stadi a Reggio Emilia: "Umanamente capisco Ancelotti, ma anche lui dovrebbe capire e interrogarsi circa la responsabilità dell'ordine pubblico che va disciplinato: coinvolge 50-60 mila persone che ad esempio dovrebbero lasciare ordinatamente lo stadio".

Discorsi chiari e fronte compatto, anche se le polemiche non si placano e il tema resta scottante, visti i cori anti-semiti dei tifosi della Lazio in Coppa Italia e gli episodi poco edificanti in altri sport. Aveva iniziato il rugby, ieri è toccato alla pallanuoto femminile con insulti a un preparatore atletico cubano del Trieste, da parte di tifosi della Rari Bologna. Quasi un virus contagiosissimo. Infine, la provocazione di Fabio Capello, uno dei più forti tecnici italiani, che ha lanciato ai giocatori l'idea "di sedersi in mezzo al campo in caso di cori razzisti, così da non prendere nemmeno sanzioni". Ultima strana uscita, che non sarà certo l'ultima in questo caos che ha travolto il calcio italiano.