rassegna stampa roma

Se anche i laziali tifano Totti

Lo scandalo riguardante il capitano della Roma è tale da assumere imprevedibili aspetti bipartisan. Dagli ascoltatori delle radio romane, l'allenatore Spalletti viene visto come colui che maltratta il Re

Redazione

«Non si può fare questo a ’sto ragazzo, ve lo dico da laziale». Il commento proviene da una radio romana dove, appunto, un tifoso biancoceleste esprime la sua opinione. L'argomento, ovviamente, il solito: Francesco Totti e il suo attuale rapporto con Spalletti e con la società Roma. Lo scandalo è tale da assumere imprevedibili aspetti bipartisan, scrive Mattia Feltri su "La Stampa". «Dobbiamo riempire la curva così ti spieghiamo cos’è Roma», dice un altro.

Marione e i suoi colleghi delle instancabili radio sportive sono attenti a contenere le inevitabili derive complottistiche: «Devo usare una parola grossa: politica. Qui c’è dietro un disegno che porta la società verso una precisa direzione, e ci sono mass media che reggono questo gioco». Adesso non esageriamo, gli rispondono. Un secondo si lancia in complicate analisi azionarie: «Ma scusate, Totti non è socio di minoranza?». «Sì, perché?». «Vabbè, allora è tutto chiaro, il compito è quello di distruggere l’immagine di un socio di minoranza potenzialmente molto scomodo». «Ma no, dài, ha quote minime... Non c’entra niente...».

Ora Totti guadagna quasi il plebiscito perché la vicenda è andata oltre il campo, adesso ha a che fare con il sentimento intimo e inviolabile di un popolo. I tifosi nemmeno parlano di secondo posto in classifica, di qualificazione diretta in Champions League, parlano di «un uomo solo contro l’ingiustizia», di «senso di malinconia per il tramonto della Storia», di «mancanza di riguardo per il cuore di milioni di persone». L’allenatore Spalletti viene visto come colui che maltratta il Re, "una specie di Ignazio Marino della panchina le cui colpe vanno oltre i risultati e investono piuttosto l’idea millenaria di grandezza, anche applicata al calcio, che Roma conserva di sé", sottolinea Feltri. «E’ tornato perché evidentemente aveva dei conti da regolare», dicono gli ascoltatori. E poi: «Se non sai chi siamo, che cosa abbiamo nel cuore, per te non c’è futuro».