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Keita: “Ho giocato nel Barcellona, non posso aver paura della Juve”

"Mi preparo come si fa quando ti aspetta una partita scudetto. E non lo dico tanto per dire: se battiamo i bianconeri, il campionato torna in gioco"

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Il centrocampista maliano della Roma ha rilasciato un'intervista al quotidiano torinese La Stampa in vista della sfida contro i bianconeri di domani sera. Dichiarazioni soprattutto riguardo la partita contro la Juventus, ma non solo. Questo uno stralcio delle parole di Keita:

"Mi preparo come si fa quando ti aspetta una partita scudetto. E non lo dico tanto per dire: se battiamo i bianconeri, il campionato torna in gioco. Importante sarà quello che ci trasmetteranno i nostri tifosi: siamo umani, non è vero che i giocatori si isolano dall’ambiente. Se l’Olimpico ci darà allegria, la testa metterà in moto le gambe e avremo buone possibilità di vincere. Ho massimo rispetto per loro, ma chi ha giocato nel Barcellona non può avere paura di nessuno".

"Sono un centrocampista difensivo, per me conta controllare il pallone, non perderlo sotto pressione e saperlo girare in fretta al compagno. Io venivo dal Valencia, dove avevo giocato un anno per una grande squadra arrivata in semifinale di Europa League: ho ricevuto critiche preventive da chi non mi conosceva, in Italia ci si concentra troppo sui fatti di casa propria. Qui i tifosi sono molto passionali, a volte da sfiorare il fanatismo: già mi immagino cosa potrebbe accedere nel caso riuscissimo a vincere qualcosa. Di negativo ci sono però i troppi vuoti sulle tribune in alcuni stadi. Il razzismo fa parte della società, non è un problema del calcio o esclusivamente italiano. Nasce da un’ignoranza diffusa: credo che il presidente della Figc Tavecchio o Arrigo Sacchi abbiano commesso un errore e sbagliare è umano, se poi si ammette di averlo fatto. A Rotterdam per un attimo mi è venuto da ridere per quanto fosse paradossale quella situazione: mi tiri una banana e vieni allo stadio per ammirare le mie prestazioni? Non è comprensibile e comunque è facile prendere posizione".