rassegna stampa roma

Venditti: “Più coraggio su Tor di Valle e date il Flaminio ai musicisti”

Parla il cantante di fede romanista: "Quel miliardo e settecento milioni sono investimenti, non speculazioni. Il progetto originario è meraviglioso, all’avanguardia"

Redazione

Antonello Venditti torna a parlare dello stadio della Roma, e lo fa attraverso le pagine di "Repubblica". Ecco uno stralcio dell'intervista rilasciata dal noto cantante:

La convince l’accordo raggiunto tra Raggi e Pallotta?

«La ragione dice di sì ma tutte le grandi metropoli mostrano più coraggio. Quel miliardo e settecento milioni sono investimenti, non speculazioni. Il progetto originario per quell’aria depressa è meraviglioso, all’avanguardia: ha ragione Nicola Piovani su Repubblica a esprimere simpatia per quelle torri. Il Movimento 5Stelle deve confrontarsi con la legalità ma anche con l’arte, l’architettura e la bellezza. Poi mi piaceva l’idea di arrivare allo stadio attraverso il Tevere, Roma è città di mare e di fiume, e io lo posso dire: sono l’unico ad avere suonato a Tor di Valle. Fu un disastro».

Era il 2000…

«All’ultimo momento non mi diedero il prato del Flaminio e traslocammo all’ippodromo. Ci sono spettatori che non sono mai arrivati per le strade che mancavano e mancano ancora. Quindi poi arriverà lo stadio a Tor Di Valle dove io spero di suonare. Restano due problemi: l’Olimpico e il Flaminio».

Le sue proposte?

«L’Olimpico diventi stadio Nazionale, dove far giocare l’Italia. E il Flaminio va recuperato: questa è una sfida per il sindaco, ma anche per tutti noi che vi abbiamo suonato».

Il Comune lo ha proposto a Lotito che vuole costruire altrove…

«E io spero che la Lazio abbia il suo impianto, l’identità è un plusvalore, ma il Flaminio può diventare il più bel posto a Roma per la musica. E per evitare le polemiche come accadde dopo gli U2, basta girare il palco: noi lo facemmo».