rassegna stampa roma

Stadio Roma, le opposizioni sul piede di guerra: “Illegittima, impugneremo la delibera”

Troppi "i dubbi e le criticità": c’è anche l’enorme divario tra i 195 milioni di opere pubbliche (imposti dalla passata giunta a carico dei privati in cambio delle cubature concesse) e i circa 80 previsti oggi dalla giunta Raggi

Redazione

Finirà in tribunale, la nuova delibera di interesse pubblico sullo stadio della Roma che l’assemblea capitolina dovrebbe varare la prossima settimana. Le opposizioni sono sul piede di guerra. E promettono battaglia: in Aula, ma anche fuori. Una valanga di ricorsi stanno per partire all’indirizzo del Tar e del prefetto, scrive Vitale su "Repubblica". Mentre alla Corte dei Conti potrebbe finire un esposto per danno erariale. Se infatti il Pd ha già annunciato che così com’è lo schema approvato in giunta «è invotabile» perché «scritto coi piedi», fatto «in fretta e furia dopo 8 mesi di perdite di tempo», con «un taglio di 115 milioni delle opere pubbliche che rappresenta un vero e proprio regalo ai proponenti», prefigurando «il rischio di danno erariale», Fratelli d’Italia ha messo al lavoro un gruppo di tecnici per approfondire «lo spericolato iter procedurale seguito dai grillini».

Troppi «i dubbi e le criticità». C’è anche l’enorme divario tra i 195 milioni di opere pubbliche (imposti dalla passata giunta a carico dei privati in cambio delle cubature concesse) e i circa 80 previsti oggi dalla giunta Raggi: il 60% in meno rispetto a un taglio delle edificazioni che invece si aggira tra il 40 e il 50%. Ancora: i 40 milioni del contributo per il costo di costruzione non finiranno, come previsto in precedenza, nelle casse comunali per poi essere destinati in investimenti diffusi su tutto il territorio romano, ma serviranno ad acquistare i treni che dovranno potenziare le corse della Roma-Lido, prima invece pagati dai proponenti. Inoltre, il ponte sul Tevere — rimasto disegnato sulla carta — non è finanziato da nessuno, né dalla società Eurnova né dal Campidoglio: dovrà essere realizzato, ma è probabile che alla fine venga coperto con fondi pubblici, creando nuovo debito per l’erario comunale e un costo per i romani. Da qui «il regalo ai proponenti» denunciato dal Pd.