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Solo Roma nello stadio vuoto. Lazio caos, via Pioli e scontri

La Roma ha annientato la Lazio senza troppi patemi. Ma il derby deserto ha spento le emozioni di molti.

Redazione

Il derby senza gente dura poco, lo spazio di otto minuti. Contribuiscono a renderlo vivo gli ingressi di Klose e Keita che con la Roma che arretra rischiano di riportare in parità la partita. Il pareggio avrebbe negato l'evidenza è infatti la partita ha preso una direzione diversa; la differenza in campo era abissale. Da una parte c'era la Roma padrona del campo, dall'altra la peggiore Lazio, invisibile e costruito su una difesa improvvisata e un centrocampo di fantasmi che ha collezionato una lunga serie di palle perse, complice una sorte di depressione agonistica. Il derby ha messo in evidenza gli enormi limiti strutturali dei biancocelesti, sottolineati dalla superiorità della Roma. Ma la tempesta laziale non è finita al termine dei novanta minuti; cariche a Formello sui tifosi accorsi per contestare, un tentativo di aggressione a Lotito in un ristorante, l'esonero di Pioli con la squadra affidata a Simone Inzaghi e il ritiro di Norcia.

In campo Nainggolan era un gigante e Perotti era ovunque. Keita ha in mano il centrocampo romanista e, se paragonato alla flebile resistenza organizzata da Candreva e Anderson, una marcia in più. Alla prima accelerazione El Shaarawy ha colpito di testa nella solitudine dell'area biancoceleste. Come la Lazio ha preparato la partita rimane un mistero; doveva essere la partita della vita mentre la Lazio non è sembrata adeguatamente concentrata. Già la formazione iniziale sapeva d'autolesionismo; la Roma poteva chiudere nel primo tempo la partita ma non è stata abbastanza cinica. Si è specchiata nella sua bellezza e ha vanificato la propria portata di fuoco. Il tardivo raddoppio di Dzeko pareva sufficiente ma la Roma ha rallentato facendo rientrare la Lazio in partita. Ma è stato un attimo. Dopo la rete di Parolo ha spostato Rudiger a destra e messo Zukanovic al centro. La Roma è ripartita e ha affondato la Lazio.

(E. Sisti)